"Se hai perso la testa non hai perso niente"
I dischi dell'estate di polaroid (4)
Chissà se di questi tempi si potrà ancora parlare bene di un paio di band italiane senza trovarsi una testa di cavallo mozzata nel letto. Ma ho voglia di ricordare qui, prima di chiudere per ferie, due dischi che mi hanno fatto compagnia in questa prima parte d'estate.
Sono due dischi che più diversi non potrebbero essere. Uno cantato in inglese, l'altro in un ricercato italiano. Uno pieno di chitarre college rock, buonissime per il sole e le strade veloci, l'altro fatto di pop denso e sovrabbondante, a cui tento di stare dietro mentre guido da solo di notte.
I Canadians hanno pubblicato A Sky With No Stars per la Ghost Records e confermano quanto di buono avevano lasciato intendere (e ballare) con l'esordio di un paio di anni fa.
Il mood adolescenziale delle melodie distese e aperte, sempre in bilico tra leggerezza e malinconia, i cori che riverberano un'idea di Sixties da American Graffiti, l'amore per l'indie Anni Novanta (Weezer e Grandaddy i nomi spesi più di frequente nelle recensioni), fanno di questo disco una raccolta di canzoni schiette alle quali si finisce per volere bene, come quei telefilm che ci hanno accompagnato per lunghe stagioni e con cui siamo cresciuti.
La fuga dei cervelli, l'album d'esordio dei Carpacho! gira da più di un anno. Inkiostro ne scriveva a ottobre 2006 e la recensione di Carlo Pastore su Rockit risale addirittura a settembre (ma data il disco già al 2007). L'uscita ufficiale per Sleeping Star è arrivata solo un paio di mesi fa. In ogni caso, il momento in cui finalmente sono riuscito a godermeli fino in fondo è stato all'ultimo festival MiAMI. Girava voce che dal vivo fossero disastrosi, invece quella sera a Milano io ho visto una buona band, e soprattutto con idee non banali, e la strafottenza giusta per metterle in mostra nel migliore dei modi.
Mi conquista l'architettura dei testi, del tutto involuta e al tempo stesso in cerca della seduzione, quel gettare parole come dadi truccati, e l'aria di intelligente, consapevole, egocentrica indolenza. La musica spara piccoli fuochi d'artificio pop pieni di archi e cori, e come tanti anche a me è venuta in mente una versione più acida e divertente dei Baustelle. Rimane sospesa un'indefinita atmosfera Anni Settanta, disinibita ed elegante, "in bilico tra l'avvenire e la nostalgia", anche se qui dentro c'è molto altro. Molto brit-pop, gusto per i ritornelli filastrocca, per le cittazioni, le frasi da ricopiare sul diario, scherzi e poesie da giovani della "seconda età, quella per offendersi se non ti danno del tu".
>>>(mp3): Canadians - Summer Teenage Girl
>>>(mp3): Carpacho! - c.a.r.p.a.c.h.o.
>>>(video): Carpacho! - Regole per un cervello difettoso
I dischi dell'estate di polaroid (4)
Chissà se di questi tempi si potrà ancora parlare bene di un paio di band italiane senza trovarsi una testa di cavallo mozzata nel letto. Ma ho voglia di ricordare qui, prima di chiudere per ferie, due dischi che mi hanno fatto compagnia in questa prima parte d'estate.
Sono due dischi che più diversi non potrebbero essere. Uno cantato in inglese, l'altro in un ricercato italiano. Uno pieno di chitarre college rock, buonissime per il sole e le strade veloci, l'altro fatto di pop denso e sovrabbondante, a cui tento di stare dietro mentre guido da solo di notte.
I Canadians hanno pubblicato A Sky With No Stars per la Ghost Records e confermano quanto di buono avevano lasciato intendere (e ballare) con l'esordio di un paio di anni fa.
Il mood adolescenziale delle melodie distese e aperte, sempre in bilico tra leggerezza e malinconia, i cori che riverberano un'idea di Sixties da American Graffiti, l'amore per l'indie Anni Novanta (Weezer e Grandaddy i nomi spesi più di frequente nelle recensioni), fanno di questo disco una raccolta di canzoni schiette alle quali si finisce per volere bene, come quei telefilm che ci hanno accompagnato per lunghe stagioni e con cui siamo cresciuti.
La fuga dei cervelli, l'album d'esordio dei Carpacho! gira da più di un anno. Inkiostro ne scriveva a ottobre 2006 e la recensione di Carlo Pastore su Rockit risale addirittura a settembre (ma data il disco già al 2007). L'uscita ufficiale per Sleeping Star è arrivata solo un paio di mesi fa. In ogni caso, il momento in cui finalmente sono riuscito a godermeli fino in fondo è stato all'ultimo festival MiAMI. Girava voce che dal vivo fossero disastrosi, invece quella sera a Milano io ho visto una buona band, e soprattutto con idee non banali, e la strafottenza giusta per metterle in mostra nel migliore dei modi.
Mi conquista l'architettura dei testi, del tutto involuta e al tempo stesso in cerca della seduzione, quel gettare parole come dadi truccati, e l'aria di intelligente, consapevole, egocentrica indolenza. La musica spara piccoli fuochi d'artificio pop pieni di archi e cori, e come tanti anche a me è venuta in mente una versione più acida e divertente dei Baustelle. Rimane sospesa un'indefinita atmosfera Anni Settanta, disinibita ed elegante, "in bilico tra l'avvenire e la nostalgia", anche se qui dentro c'è molto altro. Molto brit-pop, gusto per i ritornelli filastrocca, per le cittazioni, le frasi da ricopiare sul diario, scherzi e poesie da giovani della "seconda età, quella per offendersi se non ti danno del tu".
>>>(mp3): Canadians - Summer Teenage Girl
>>>(mp3): Carpacho! - c.a.r.p.a.c.h.o.
>>>(video): Carpacho! - Regole per un cervello difettoso
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