Pete and the Pirates in Italia!
Nell'estate del 2006 l'etichetta americana Catbird pubblicò un piccolo grande album dal curioso titolo di Lanzafame. Del gruppo che lo firmava, i Tap Tap, non si sapeva quasi nulla, se non che si trattava del side project di un tale Sir Thomas Sanders. La faccenda poteva suonare abbastanza ridicola, dato che la band "principale" di Sanders rispondeva all'ancora più sconcertante nome di Pete and the Pirates e aveva registrato poco più di un demo per la misconosciuta label britannica Stolen Recordings, guadagnando poche citazioni persino sulle pur attente pagine di Drowned in Sound e Sound XP. Qualche tempo dopo, i Tap Tap conquistarono anche un buon 7.7 su Pitchfork e arrivarono sugli scaffali di Insound.
Mi appassionai alla cosa perché, al di là dei fortunosi modi in cui queste canzoni vedevano la luce, erano una forza strepitosa, quelle che mi fanno saltare per la stanza al primo ascolto e agitare un bel po'.
La migliore descrizione del loro sound delle due band l'ha data lo stesso Thomas: "jangly punk-infused pop song about shit relationships, dancing and trying to get home". Prendete un po' di Clap Your Hands Say Yeah, una buona dose di sfrontatezza da pub inglese, chitarre fredde che grattano, melodie aperte e veloci alla Futureheads (con il cui produttore Gareth Parton i Pirates stanno registrando il prossimo album, yeah!), ma anche piccole poesie di Arcade Fire etilici e squattrinati. Tutto infuso in quella vaga aria da nobili decaduti e gloriose tradizioni d'altri tempi che sempre contraddistingue le migliori sorti della musica d'Albione.
Quando ieri ho saputo che Pete and The Pirates sarebbero finalmente venuti in Italia (in concerto al Covo di Bologna il prossimo 22 febbraio - non sono ancora note altre date) mi è sembrata una bellissima notizia, ed è stato molto divertente il febbrile passaparola di mail e sms con i quattro gatti che sapevo l'avrebbero apprezzata. Non so se di questa band importerà mai a qualcuno, se queste canzoni vi sembreranno troppo scarne o poco fashion. Sono quelle che mi strappano sempre un sorriso e mi fanno ballare e cantare in coro parole che ancora non conosco.
Ci si vede sotto al palco ad augurarci di poter dire alla fine "You've had a very good weekend / but you can't remember where you've been".
>>> Pete and The Pirates - Knots - (mp3) / (video)
>>> Gli sconclusionati episodi del tour diary
>>> Un paio di videoclip:
Nell'estate del 2006 l'etichetta americana Catbird pubblicò un piccolo grande album dal curioso titolo di Lanzafame. Del gruppo che lo firmava, i Tap Tap, non si sapeva quasi nulla, se non che si trattava del side project di un tale Sir Thomas Sanders. La faccenda poteva suonare abbastanza ridicola, dato che la band "principale" di Sanders rispondeva all'ancora più sconcertante nome di Pete and the Pirates e aveva registrato poco più di un demo per la misconosciuta label britannica Stolen Recordings, guadagnando poche citazioni persino sulle pur attente pagine di Drowned in Sound e Sound XP. Qualche tempo dopo, i Tap Tap conquistarono anche un buon 7.7 su Pitchfork e arrivarono sugli scaffali di Insound.
Mi appassionai alla cosa perché, al di là dei fortunosi modi in cui queste canzoni vedevano la luce, erano una forza strepitosa, quelle che mi fanno saltare per la stanza al primo ascolto e agitare un bel po'.
La migliore descrizione del loro sound delle due band l'ha data lo stesso Thomas: "jangly punk-infused pop song about shit relationships, dancing and trying to get home". Prendete un po' di Clap Your Hands Say Yeah, una buona dose di sfrontatezza da pub inglese, chitarre fredde che grattano, melodie aperte e veloci alla Futureheads (con il cui produttore Gareth Parton i Pirates stanno registrando il prossimo album, yeah!), ma anche piccole poesie di Arcade Fire etilici e squattrinati. Tutto infuso in quella vaga aria da nobili decaduti e gloriose tradizioni d'altri tempi che sempre contraddistingue le migliori sorti della musica d'Albione.
Quando ieri ho saputo che Pete and The Pirates sarebbero finalmente venuti in Italia (in concerto al Covo di Bologna il prossimo 22 febbraio - non sono ancora note altre date) mi è sembrata una bellissima notizia, ed è stato molto divertente il febbrile passaparola di mail e sms con i quattro gatti che sapevo l'avrebbero apprezzata. Non so se di questa band importerà mai a qualcuno, se queste canzoni vi sembreranno troppo scarne o poco fashion. Sono quelle che mi strappano sempre un sorriso e mi fanno ballare e cantare in coro parole che ancora non conosco.
Ci si vede sotto al palco ad augurarci di poter dire alla fine "You've had a very good weekend / but you can't remember where you've been".
>>> Pete and The Pirates - Knots - (mp3) / (video)
>>> Gli sconclusionati episodi del tour diary
>>> Un paio di videoclip:
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