Me and U and Every1's Infinite Playlist
Quando vedo cose come il trailer di Nick & Norah's Infinite Playlist mi torna sempre in mente la vecchia battuta di Allen: "adoro essere ridotto a uno stereotipo culturale".
Qui non manca nulla: il protagonista nerd-ma-simpatico di Juno, gli amici rock'n'roll ma vestiti bene, le ragazze tutte gnocche, l'avventura di notte, una colonna sonora che sembra un bignami dell'indie ricopiato in mezz'ora da Hype Machine o da un nastrone che chiunque di noi potrebbe fare (se soltanto ci fosse ancora qualcuno a cui fare nastroni, dato che tutti hanno già qualunque cosa dentro i loro hard disk).
Poi ho cercato di capire cosa mi attraeva in questo prodotto. Tutti gli ingredienti sono stati messi lì a ricreare il contesto in cui ci si innamora (dato che il plot è tutto qui: una sera A e B si innamorano), ed è quel brivido che il prodotto vuole vendere, e che immagino molti siano interessati a procurarsi. Con tanto di sottofondo dei Bishop Allen che gridano "Alright!" e scatenano la festa.
A questo punto ero curioso e sono uscito per andare a comprare il libro da cui il film è tratto. La cosa buffa è che i commessi alla Feltrinelli non lo trovavano perché stava nel reparto "Ragazzi", in un grande scaffale con scritto in cima "Dai 14 anni". La nemesi del marketing si stava prendendo gioco di me.
Stiamo parlando di un libro che nella prima pagina cita Belle & Sebastian e Jens Lekman, che mette le note a piè pagina per parole come "roadie" e "groupie", e il cui protagonista fa "il bassista in una band queercore".
Qualche giorno dopo ho scoperto che tra le canzoni del film era finito addirittura un inedito dei Marching Band, piccola band di Linköping di cui un paio d'anni fa avevo linkato un demo davvero carino e che quest'anno ha debuttato con un ottimo album di cui avevo parlato su Vitaminic.
Se aggiungiamo che nel cd si trovano anche i nostri Shout Out Louds, un inedito dei Vampire Weekend, i Band Of Horses e i Takka Takka, c'è da restare ammirati per l'abilità nel profilare il proprio target dimostrata dalla produzione di Nick & Norah.
Ma la classica reazione da "ci hanno davvero preso tutto" questa volta non mi è venuta. Invece di inventarmi ancora che esiste una nicchia della nicchia della nicchia dove rifugiarsi, è stato spontaneo trovare la cosa rassicurante. Quello che ora identifichiamo come indie, o quel che ne rimane, sembra aver fatto scomparire le distinzioni tra nicchia e tutto il resto, sembra aver sgonfiato il significato della snobberia. Qualcuno ci conosce abbastanza bene e pensa a noi (almeno come clienti). Non è vero che non hai personalità se hai gusti cosiddetti "di massa". La tua personalità viene riconosciuta, e occupa il suo posto preciso nello scaffale. Nel mio caso, pare sia quello dei 14 anni.
>>>(mp3): Vampire Weekend - Ottoman
>>>(mp3): Marching Band - Letters
Quando vedo cose come il trailer di Nick & Norah's Infinite Playlist mi torna sempre in mente la vecchia battuta di Allen: "adoro essere ridotto a uno stereotipo culturale".
Qui non manca nulla: il protagonista nerd-ma-simpatico di Juno, gli amici rock'n'roll ma vestiti bene, le ragazze tutte gnocche, l'avventura di notte, una colonna sonora che sembra un bignami dell'indie ricopiato in mezz'ora da Hype Machine o da un nastrone che chiunque di noi potrebbe fare (se soltanto ci fosse ancora qualcuno a cui fare nastroni, dato che tutti hanno già qualunque cosa dentro i loro hard disk).
Poi ho cercato di capire cosa mi attraeva in questo prodotto. Tutti gli ingredienti sono stati messi lì a ricreare il contesto in cui ci si innamora (dato che il plot è tutto qui: una sera A e B si innamorano), ed è quel brivido che il prodotto vuole vendere, e che immagino molti siano interessati a procurarsi. Con tanto di sottofondo dei Bishop Allen che gridano "Alright!" e scatenano la festa.
A questo punto ero curioso e sono uscito per andare a comprare il libro da cui il film è tratto. La cosa buffa è che i commessi alla Feltrinelli non lo trovavano perché stava nel reparto "Ragazzi", in un grande scaffale con scritto in cima "Dai 14 anni". La nemesi del marketing si stava prendendo gioco di me.
Stiamo parlando di un libro che nella prima pagina cita Belle & Sebastian e Jens Lekman, che mette le note a piè pagina per parole come "roadie" e "groupie", e il cui protagonista fa "il bassista in una band queercore".
Qualche giorno dopo ho scoperto che tra le canzoni del film era finito addirittura un inedito dei Marching Band, piccola band di Linköping di cui un paio d'anni fa avevo linkato un demo davvero carino e che quest'anno ha debuttato con un ottimo album di cui avevo parlato su Vitaminic.
Se aggiungiamo che nel cd si trovano anche i nostri Shout Out Louds, un inedito dei Vampire Weekend, i Band Of Horses e i Takka Takka, c'è da restare ammirati per l'abilità nel profilare il proprio target dimostrata dalla produzione di Nick & Norah.
Ma la classica reazione da "ci hanno davvero preso tutto" questa volta non mi è venuta. Invece di inventarmi ancora che esiste una nicchia della nicchia della nicchia dove rifugiarsi, è stato spontaneo trovare la cosa rassicurante. Quello che ora identifichiamo come indie, o quel che ne rimane, sembra aver fatto scomparire le distinzioni tra nicchia e tutto il resto, sembra aver sgonfiato il significato della snobberia. Qualcuno ci conosce abbastanza bene e pensa a noi (almeno come clienti). Non è vero che non hai personalità se hai gusti cosiddetti "di massa". La tua personalità viene riconosciuta, e occupa il suo posto preciso nello scaffale. Nel mio caso, pare sia quello dei 14 anni.
>>>(mp3): Vampire Weekend - Ottoman
>>>(mp3): Marching Band - Letters
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