Valido Cinema presenta: Nick and Norah's Infinite Playlist



"Why are they called 'The Cure'? They should be called 'The Cause'!"
Norah

Sì, statene pure alla larga.
Questo è tutto quello che avete bisogno di sapere / sentirvi confermato.
Oppure se ne può discutere, se volete ignorare il fatto che è stato tratto da un libro per teenagers.
Se volete ignorarlo ok, possiamo divertirci due minuti a sparare sulla Croce Rossa.

Dunque: abbiamo una sigla che è una carrellata sulle pareti di una camera da letto imballata all'inverosimile di poster di band indie e copertine di dischi indie, ma che no, non si accontenta di questo, aggiunge sequenze animate dove compaiono i loghi di altre decine, centinaia di band indie. Indie, indie, indie. Ogni singolo centimetro quadrato dello schermo urla "indie".
E per essere assolutamente sicuri al 100% di aver centrato il target, tutto ciò viene inframezzato dal protagonista Michael Cera (quello che ascoltava indie in Juno) che sta preparando un mixtape indie per - bravi, avete indovinato - la sua ex. Titolo profondo e significativo, copertina disegnata/colorata/tagliaincollata a mano. Che è un po' come se devi rappresentare un italiano in 10 secondi e lo inquadri mentre mangia una pizza davanti a una partita di calcio e telefona a sua madre urlando "BELISSSIMO!" (con una L sola). Ci manca solo che gli bussino alla porta gli amici gay per ingaggiarlo come batterista in un gruppo di indietronica nonostante lui non sappia suonare, cosa per cui bisogna attendere giusto altri 60 secondi.
Questo è più che sufficiente per darvi una pennellata dell'aria che tira.

Bon, ci siamo divertiti.
Passiamo alle cose più importanti.

La storia nel succo è che, nel giro di una notte, Michael Cera (Michael Cera, non Zac Efron) si ritrova a dover scegliere fra due assidue corteggiatrici: la sua ex pentita, Tris (Alexis Dziena), e Norah (Kat Dennings), che ha appena conosciuto.
  • Tris: ascolta indie, frequenta locali indie, assiste a concerti indie, ha occhi grandi e luminosi come un manga, labbra come caramelle, fisico impeccabile, ama vestirsi provocante e per lui è disposta a improvvisare uno striptease in mezzo alla strada, illuminata dai fari della sua auto, sulle note di Sexy Thing - senza contare il nome stesso che parrebbe una promettente abbreviazione di "threesome".

  • Norah: ascolta indie, frequenta locali indie, assiste a concerti indie, ha un viso caruccio ma gli occhi spenti, il culo grosso, parla come un camionista, ha un senso dell'umorismo che neanche i quotidiani inglesi, dà l'idea di fumare tre pacchetti di Gauloises al giorno, scopa togliendosi solo una scarpa, ha orgasmi silenziosi tipo scoiattolo che sbadiglia e - forse la cosa più grave - una foto ci rivela che è figlia del produttore dei Counting Crows.
Un'ora e mezzo di manuale del risaputo, con comparsata di Devendra Banhart in omaggio, poi Michael Cera fa ovviamente la scelta sbagliata (Norah).
E questo - o meglio, la sopracitata scena dello spogliarello - è l'esatto punto in cui lo stereotipo viene talmente gonfiato da fare il giro completo e svelare la verità.
Non per forza la vera verità - non voglio lanciarmi in una tirata del tipo "sapessi quante persone/band ho visto rinunciare a situazioni di palese successo/convenienza per nessun altro motivo che non fosse la paura di intaccare la propria preziosa pseudo-identità di alternativi", che saprei affrontare solo in modo estremamente superficiale.
Però, anche se ci fanno la grazia di addolcire la pillola dipingendo Tris come fondamentalmente stronzetta e infedele mentre Norah, hey bro, Norah ascolta mooolto più indie di lei, la morale del film è questa. È così che i filmakers, i "mainstreamers", vedono gli indie.
I metallari sono quelli grezzi che urlano.
Gli emo sono quelli che si tagliano e si lamentano.
Gli indie sono quelli concettualmente allergici a tutto ciò che ha un consenso popolare superiore al 50% anche quando va contro il buon senso e/o i loro stessi interessi.
In qualsiasi campo.
Così, sapevatelo.

Tornando al film in generale: certo che mi sono chiesto se il mio totale disprezzo fosse solo una questione di età, poi mi sono ricordato che a 16 anni mi fece ribrezzo pure Empire Records, e non credo che qua siamo molto lontani. In confronto a entrambi Singles sembra un Mike Nichols d'annata.

E ok lo ammetto: nei 20 secondi netti in cui si sente Very Loud mi sono commosso tipo zio alla cerimonia di laurea del nipote.


>>>(mp3): Shout Out Louds - Very Loud (soundtrack version)

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