"Let kids put down their iPhones and go out" edition
- «Music has no intrinsic market value. It can change the world, mend hearts, and break them, but it is not an asset. It’s not even a commodity. No piece of music is more valuable than any other: it is either popular, or less so. The only aspect of capitalism available to music is its use value, which is prohibitively variable. Whatever capacity music has to interface with commerce, it is subject to the whims of fashion, and the consensus of the marketplace»: ok, messa giù così sembra un po' troppo filosofico, ma il resto del bell'articolo di Chris Ott "The Future of the Future of Music", in cui si discute di streaming e guadagni per gli artisti, tra Spotify e Beat/Apple, è parecchio interessante.
- A proposito di campare con l'arte, su Studio c'è un articolo di Christiano De Majo che parla di Culture Crash: The Killing of the Creative Class di Scott Timberg, saggio che si occupa della (presunta?) scomparsa della classe media creativa.
- "Are music subcultures losing their definition?": una serie di domande importanti poste da Tish Weinstock su i-D a proposito del dissolvimento dell'idea di sottocultura in un'epoca in cui i movimenti giovanili sono vaghi e impalpabili, in prevalenza visuali, e sempre meno legati alla musica.
- Consoliamoci con il passato. Sul New Yorker c'è uno strepitoso resoconto di Kelefa Sanneh sulla storia del punk hardcore nella Grande Mela, dagli Ottanta in avanti: "United Blood - How hardcore conquered New York", da leggere.
- Una roba commovente a caso: "Douglas Adams made me a writer: Neil Gaiman salutes his friend and inspiration" (sul Guardian)
- Che siate fan o meno dello stile di Robert Christgau, credo che un suo libro di memorie sia comunque un documento abbastanza unico di un'era ormai chiusa e lontana della critica musicale. Se ne parla in una bella intervista su Brooklyn magazine.
- La foto in cima a questo post è di Giulia Mazza, fotografa e musicista (His Clancyness, A Classic Education). Questa sera verso le sette da ZOO (Strada Maggiore 50/A, Bologna) inaugura una sua nuova mostra intitolata "Reality Mode Off" (ne parla oggi anche Repubblica), con le fotografie tratte dal volume uscito da poco per Galleria Disastro. Live acustico di Second H. Sam e dj set a cura di Germanarama e AliceMalice (Sound&Vision su Radio Città del Capo).
- Mentre scrivevo queste righe stavo ascoltando la compilation Without A Trace, prima uscita tutta digitale della tape label Mirror Tape Universe. Ventiquattro tracce, per la maggior parte inedite, che non solo celebrano la storia dell'etichetta statunitense, ma anticipano anche un bel po' di quello che succederà nei prossimi mesi. Ed è in free download!
Caténine - Don't Wait
- «Music has no intrinsic market value. It can change the world, mend hearts, and break them, but it is not an asset. It’s not even a commodity. No piece of music is more valuable than any other: it is either popular, or less so. The only aspect of capitalism available to music is its use value, which is prohibitively variable. Whatever capacity music has to interface with commerce, it is subject to the whims of fashion, and the consensus of the marketplace»: ok, messa giù così sembra un po' troppo filosofico, ma il resto del bell'articolo di Chris Ott "The Future of the Future of Music", in cui si discute di streaming e guadagni per gli artisti, tra Spotify e Beat/Apple, è parecchio interessante.
- A proposito di campare con l'arte, su Studio c'è un articolo di Christiano De Majo che parla di Culture Crash: The Killing of the Creative Class di Scott Timberg, saggio che si occupa della (presunta?) scomparsa della classe media creativa.
- "Are music subcultures losing their definition?": una serie di domande importanti poste da Tish Weinstock su i-D a proposito del dissolvimento dell'idea di sottocultura in un'epoca in cui i movimenti giovanili sono vaghi e impalpabili, in prevalenza visuali, e sempre meno legati alla musica.
- Consoliamoci con il passato. Sul New Yorker c'è uno strepitoso resoconto di Kelefa Sanneh sulla storia del punk hardcore nella Grande Mela, dagli Ottanta in avanti: "United Blood - How hardcore conquered New York", da leggere.
- Una roba commovente a caso: "Douglas Adams made me a writer: Neil Gaiman salutes his friend and inspiration" (sul Guardian)
- Che siate fan o meno dello stile di Robert Christgau, credo che un suo libro di memorie sia comunque un documento abbastanza unico di un'era ormai chiusa e lontana della critica musicale. Se ne parla in una bella intervista su Brooklyn magazine.
- La foto in cima a questo post è di Giulia Mazza, fotografa e musicista (His Clancyness, A Classic Education). Questa sera verso le sette da ZOO (Strada Maggiore 50/A, Bologna) inaugura una sua nuova mostra intitolata "Reality Mode Off" (ne parla oggi anche Repubblica), con le fotografie tratte dal volume uscito da poco per Galleria Disastro. Live acustico di Second H. Sam e dj set a cura di Germanarama e AliceMalice (Sound&Vision su Radio Città del Capo).
- Mentre scrivevo queste righe stavo ascoltando la compilation Without A Trace, prima uscita tutta digitale della tape label Mirror Tape Universe. Ventiquattro tracce, per la maggior parte inedite, che non solo celebrano la storia dell'etichetta statunitense, ma anticipano anche un bel po' di quello che succederà nei prossimi mesi. Ed è in free download!
Caténine - Don't Wait
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