Confesso che fino a qualche settimana fa il nome dei DTCV non mi diceva nulla: è stato soltanto quando ho notato una data al Freakout segnalata come "DTCV (US - ex Guided By Voices)" che ho cominciato a incuriosirmi. Aggiungete che in apertura era stato aggiunto Flood Regions, ovvero il temporaneamente solista progetto di Giacomo D'attorre dei Clever Square: insomma, non potevo mancare. Così sono andato a cercare un po' di informazioni e a recuperare dischi.
La prima cosa che ho imparato è che DTCV sono un duo formato dalla francese Lola G. e dallo statunitense James Greer. Basterebbe già qualche cenno biografico di quest'ultimo per rendere la band del tutto peculiare: critico musicale per SPIN all'alba degli Anni Novanta, poi chitarrista prestato ai Guided By Voices, fidanzato di Kim Deal per buona parte del decennio, romanziere e sceneggiatore (un paio di collaborazioni anche con Steven Soderbergh). A un certo punto, "late at night at a party in the Hollywood Hills mansion of a film producer", incontra Lola G., che a quanto pare tentava la fortuna nella scena garage rock di Los Angeles. "Lola and James started a conversation about Super-Fuzz pedals and the imminent worldwide collapse of the capitalist paradigm [ma certo, un gancio da manuale, direi] and decided to form a band, named DETECTIVE after a Godard film and later shortened to DTCV to avoid confusion with homicide news on the internet". Molto bene, sembra già il pilot di una nuova serie di HBO.
Avanti veloce fino a questo inizio di 2016, quando vede la luce il nuovo album Confusion Moderne, un disco che la band decide di cantare interamente in francese, ispirandosi tanto al French pop di stampo Sixties quanto a Musique de film imaginé dei Brian Jonestown Massacre: lo spirito è "like Françoise Hardy fronting Buzzcocks". In realtà al concerto di Bologna, di Françoise Hardy se ne è vista abbastanza poca. L'approccio live dei DTCV (che sul palco erano accompagnati anche da basso e batteria piuttosto solidi), è stato più aggressivo di quanto mi aspettassi. Più punk, senza tanti fronzolim che post, con i livelli praticamente sempre sul rosso. Se mi concedete la tremenda battuta, più Yeah Yeah Yeahs che yéyé. La scaletta è stata in gran parte occupata dalle canzoni del nuovo disco: Conformiste (se ricordo bene) e Bourgeois Pop quelle che mi sono sembrate più compatte e dirette. Noi ballavamo nella stanza vuota (una ventina i presenti, nonostante la serata fosse "up to you"). La voce di Lola si trovava a giocare la parte della fatina contro il muro di rumore, e il contrasto funzionava bene. Bastava sentire due versi cantati nella lingua d'oltralpe per pensare subito agli Stereolab (la cosa fa sempre molto piacere) che però avessero i Fall come backing band. L.A. Boum! citava Charles Trenet, e qualche mossa divertita mi ha fatto tornare in mente qualche scherzo degli Stereo Total. A James Greer toccava il compito di riportare i DTCV verso atmosfere più bellicose, mentre la sua voce dal vivo si muove sorniona tra David Gedge e Lou Reed. Rispetto al disco, mi è un po' mancato quel lato squisitamente indiepop che viene fuori in pezzi come Velodrome, e poi pensavo che dal vivo avrebbero parlato un sacco del collasso del capitalismo, di rivoluzione e della loro definizione di "anarco-simbolismo", insomma i riferimenti principali dei DTCV, e invece sono stati molto concentrati a infilare una canzone dopo l'altra, senza tregua. Spero di vederli di nuovo in una sala piena e infuocata, come merita una band di questo livello.
DTCV - Bourgeois Pop
DTCV - It's A Stealer (Surf Version)
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