Sono passati oramai due anni dallo scioglimento degli Ocean Party in seguito alla prematura e triste scomparsa di Zac Denton. Non saprei dire quante volte ho suonato qui a polaroid la prolifica band australiana, e la loro mancanza si fa sentire. Da qualche tempo, però, gli altri componenti degli Ocean Party, insieme ad un po' di amici e veterani della scena indie australiana come Liam Halliwell (Snowy) e Nick Kearton (Cool Sounds), hanno dato vita a un nuovo progetto denominato Pop Filter. Più che un normale gruppo, i Pop Filter si considerano un collettivo sperimentale, in cui tutti i musicisti contribuiscono creativamente, "free from any preconceived vision or sound of what a band or album necessarily should be".
Nonostante queste premesse, per fortuna il prossimo 21 agosto i Pop Filter debutteranno con Banksia, un album pubblicato in collaborazione tra Spunk Records e Osborne Again, in Australia, e la spagnola Bobo Integral. Ci sono già due tracce ad anticiparlo, Laughing Falling (chissà se c'entrano gli Orange Juice), jangle-pop scanzonato un po' Violent Femmes e Vaselines, e Romance At The Petrol Station, una elegante cover degli Stolen Violin di Jordan Ireland.
Come ha detto Lachlan Denton, «we all just really like the idea of records being something of a snapshot of a period. Like, if we look back on any of our records we would be able to be like ‘okay that’s where we were at in 2014, that’s where we were at in 2015 musically’ as opposed to spreading a record out over three years. People change a lot in that time… So putting out everything that we do, I don’t know, I just really like that as a concept. It’s just fun».
E rispettando la sua natura di "istantanea", Banksia esprime questa necessità di immediatezza riflettendosi in uno stile minimale, con diverse voci e diversi autori ad alternarsi in ogni canzone, e soprattutto "an emphasis on spur of the moment performance". Un'enfasi che, non è quasi il caso di ribadirlo, da queste parti riscuote parecchio entusiasmo.
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