Thank you pile of CDRs
For reminding me
Who I used to be
When we were young
Potrebbe essere una strofa scritta da me. Conosco con esattezza quasi preoccupante quella effimera sensazione. Tutti quei CD a prendere polvere, le scritte a pennarello mezze scolorite, i solchi forse già illeggibili che nessuno comunque suona più da anni. Tutte quelle copie di CD e nastroni non saranno mai preziose come vinili, non diventeranno mai cool come cassette, eppure sono state un sostegno prodigioso e una compagnia essenziale per una larga e importante parte di vita. Erano nel Pentium con il primo masterizzatore, erano nel CD Walkman attaccato all'autoradio, erano avvolti nelle lettere che spedivo quando ancora ci ci innamorava per posta, erano accanto al mixer ad appiccicarsi di cocktail nelle notti migliori (qualcuno è volato sulla pista). Chi ero, e quanto svanisce, me lo ricordano oggi quelle pile di CD.
In ogni caso, quella strofa viene da un canzone scritta da Joshua Hoey e si trova dentro un bel disco intitolato Little Help, pubblicato da una cordata di etichette indipendenti statunitensi: Solidarity Club, Reflective Tapes e Jigsaw Records. Personaggio attivo da ormai un paio di decenni sulla scena della leggendaria Olympia, Washington, Hoey ha cambiato di continuo formazioni, collaboratori e progetti, e questa sua nuova raccolta esce a nome Special Moves, definita come una "open-source rock band" in cui line-up e strumenti variano a ogni apparizione. Approccio a bassa fedeltà e immediatezza, uno stile di scrittura che si ispira a Guided By Voices, Tall Dwarfs, Archers Of Loaf e in generale a quell'indie rock Anni Novanta senza fronzoli. Non per niente, qui in scaletta finisce anche una notevole cover dei Boyracer, I've Got It And It's Not Worth Having.
Il mondo sonoro di Special Moves sembra essere in continuo movimento, e in questa bella intervista su For The Rabbits spiega, tra le altre cose, cosa aspettarsi da un suo live, attacchi di panico compresi. Soprattutto, però, consiglio la lettura del notevole track-by-track pubblicato da Bigtakeover, in cui si scopre come certi demo e appunti salvati sul telefono abbiano finito per essere preferiti a canzoni registrate in maniera più tradizionale. E visto il risultato finale di Little Help, devo riconoscere che mi trovo completamente d'accordo. Le canzoni di questo album sarebbero finite tutte in qualcuno di quei miei vecchi CD.
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