riceviamo da Erik e volentieri pubblichiamo:
La Resistenza delle pentole
PORTO ALEGRE - 3.2.2002
In questi giorni mi sono trovato più volte ad ascoltare e discutere con i delegati argentini che partecipano ai lavori del Forum Sociale Mondiale. Al loro fianco ho sfilato durante la manifestazione di apertura.
Sui giornali italiani gli avvenimenti che hanno riempito le strade di Buenos Aires e in altre città argentine, forse sono stati poco più di una semplice notizia.
Ma qui a Porto Alegre, nell'ambito dei lavori del FSM l'interesse che la grave crisi argentina ha suscitato a livello internazionale ha avuto la possibilità di diventare vivo argomento di confronto a tutti i livelli.
Anche perché, bisogna confessarlo, il cacerolazo argentino ha colto di sorpresa un po’ tutti.
Questa nuova forma di protesta di fronte alla grave crisi economica ha dimostrato di possedere una natura importante e inedita: si tratta di uno spontaneismo che ha coinvolto non solo le grandi cittá, ma anche le piccole realtà periferiche.
Spontaneo significa assenza totale di guida, organizzazione o convocazione "politica". Bisogna parlare di un nuovo tipo di protesta e di un nuovo soggetto sociale: la realtá di persone che singolarmente scendono nelle strade mosse dall'ottusità di un governo inetto ed insensibile, da un sistema che non ha esitato a portare l'intero paese sull'orlo dell'abisso. La realtá di semplici cittadini che protestano battendo sulle pentole.
L'Argentina non é un paese del quarto mondo, ma un paese ricco di risorse. Da dieci anni conduce una politica economica dalla forte impronta neoliberalista, ed è da anni indicato come nazione modello da quello stesso Fondo Monetario Internazionale che oggi nega il proprio aiuto.
Di fronte a questa crisi che ha investito il paese nessuno sembra in grado trovarne soluzioni e inquadrarne la natura.
Intanto i conti bancari di tutti i cittadini sono bloccati, mentre quelli dei burocrati politici sono semplicemente in Svizzera.
Intanto le pentole hanno iniziato a suonare. Giá, le pentole: le femminili e domestiche pentole, per secoli testimoni di casalinga sottomissione della donna, si sono trasformate nel simbolo di ribellione di tutto un popolo.
In una Argentina in cui gli uomini del potere dell'economia e della politica. Si sono mangiati tutto, le pentole vuote di cibo, si sono riempite di rabbia. Le pentole hanno detto BASTA, hanno dimesso un'intoccabile super-ministro (insignito lo scorso hanno dall'Università di Bologna di laurea ad honorem in economia!!!) e due presidenti.
All'enorme vuoto politico che le forze istituzionalizzate hanno lasciato, i cittadini argentini hanno preferito sostituire il rumore delle loro pentole. A partire da questa nuova realtà gli argentini, e non solo loro, sono più consapevoli dei rischi che la via del neoliberalismo selvaggio comporta per l'intera società di un paese. Forse se ne sono accorti tardi, ma ora hanno ben chiaro che ad una classe politica lontana dai cittadini non lasceranno decidere il proprio futuro.
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