finalmente un nuovo messaggio da parte di Erik, polaroid dagli antipodi che riceviamo e volentieri pubblichiamo :-)
Frammenti percettivi e rifiuti
Premessa: non mi sono smarrito, non muoio dal freddo (i "pinguini di magellano" non amano assolutamente il freddo e non sanno manco cos'è il ghiaccio) e non sono arrivato al circolo polare antartico, che è ancora molto lontano.
Sì, la Patagonia lascia senza parole, da qui forse l'assenza di corrispondenza. Anche il buon Darwin non seppe descivere con esattezza quali emozioni trasmette questa terra. E da allora non pare cambiata. Terra selvaggia che ti fa riconsiderare certe espressioni del tipo "Oh, ma a Reggio Emilia non c'è proprio niente".
Sguardo che non incontra ostacoli, paesaggio che con il suo essere sempre uguale si apre al differente, prova naturale di quanto abbia fascino e forza la figura della ripetizione.
Poi ho girato a ovest, verso la frontiera, fino alle Ande, oltre la frontiera.
Paesini sperduti, "riserve" hippy, parchi nazionali, centri turistici. Lì il cervello è andato in tilt. Per i contrasti, le contraddizioni e gli assurdi. L'idea di Ramonet sulla "nuova ecologia della comunicazione" ha iniziato a dispiegarsi, ad allargarsi e a fecondare me e queste praterie .
In viaggio tra El Bolson e Bariloche, sull'autobus proiettano Turbulence 3: Heavy Metal. Rimango senza parole, aggrappandomi al riconoscimento di un attore (quello che fa il terrorista-apocalittico in Contact), nella speranza di poter un giorno perdonarmi d'aver guardato tanto scempio di umanità.
Ti accorgi che le frontiere dal trash travalicano ogni possibile ammiccamento ad Alvaro Vitali (vero operaio alla catena di montaggio della cinematografia fordista italiana": in un solo anno riuscì a comparire in qualcosa come 17 film). Ti accorgi che il protocollo di Kyoto, con tutti i suoi inganni per la compravendita di "quote d'inquinamento", appare come la giustizia divina se rapportato a quello che noi "americani" stiamo riversando sul resto del mondo, senza nemmeno pagare. Tutta la spazzatura del sogno americano che siamo, tutti scrittori, registi, attori e cantanti: qui la riversiamo. Spesso proprio perché da noi non c'è spazio di consumo - come non c'è abbastanza spazio per i rifiuti - o perché considerata troppo "brutta" - come alcuni rifiuti troppo "pericolosi" per l'ambiente.
S.C. Bariloche in mezzo ad una regione di laghi e monti, dimostra lo stesso processo con un'urbanizzazione selvaggia - un misto tra Cortina e Sciacca - nonché altre perle "politiche".
"Esco dalla città, me ne vado a vedere i ghiacciai del monte Tornador, che la natura mi salverà da tanto orrore commerciale". Se non che, mentre mi scarrozzano verso i monti, l'autista mi fa notare la semplice casetta di un altro Erik. Cioè lui si chiama Erich, e fa una bella differenza, se Priebke è il cognome.
Casa semplice, zona residenziale nemmeno di lusso, moglie e figlio che ci abitano ancora. Del resto la mossa degli arresti domiciliari fatta a suo tempo dal "buon" Menem e stata ben vista a Bariloche: così tutti gli altri nazisti riparati qui dormono da anni sogni molto più tranquilli, che beccato lui, nessuno verrà più a scomodarli.
Vado oltre la frontiera nel "paese fratello" dell'Argentina: "ma sì, facciamo un salto in Cile, mi bagno nel Pacifico e torno". Non pensavo andasse in questa maniera fratello: al confine due buone ore di stop, giusto per ricordare la fraternità.
Poi a quello cileno ovviamente il favore è ricambiato: fanno fermare altre due ore gli autobus delle compagnie argentine; della gente che ci sta sopra, sempre cileni e argentini mischiati, chi se ne frega, che bisogno hanno di andare nel paese fratello?
Qui l'autunno è alle porte, il tempo inclemente. Ma quale oceano? Mi bagno solo sotto la pioggia.
Al ristorante - che ci vorrebbe qualcuno qui con me capace di descriverlo, mi dispiace, io non ne sono capace, ci provo: tutto è sgarrupato, le tovaglie con buchi tanti di bruciature, le pareti metà salmone e metà nocciola - la radio è sincronizzata sull'emittente locale "Concerto" (che si capisca cosa mandano). Quando parte "Talking Heads: 1983" non so se essere contento o piangere.
Rientro in ostello dove c'è addirittura la televisione - panacea per le serate piovose in un posto come Puerto Montt? Non resisto piú di 25 secondi: inizia lo speciale sul concerto di Roger Waters a Santiago. Anche le buone automobili ad un certo punto perdono i pezzi, ripara ripara, ma prima o poi diventano rifiuti.
Frammenti percettivi e rifiuti
Premessa: non mi sono smarrito, non muoio dal freddo (i "pinguini di magellano" non amano assolutamente il freddo e non sanno manco cos'è il ghiaccio) e non sono arrivato al circolo polare antartico, che è ancora molto lontano.
Sì, la Patagonia lascia senza parole, da qui forse l'assenza di corrispondenza. Anche il buon Darwin non seppe descivere con esattezza quali emozioni trasmette questa terra. E da allora non pare cambiata. Terra selvaggia che ti fa riconsiderare certe espressioni del tipo "Oh, ma a Reggio Emilia non c'è proprio niente".
Sguardo che non incontra ostacoli, paesaggio che con il suo essere sempre uguale si apre al differente, prova naturale di quanto abbia fascino e forza la figura della ripetizione.
Poi ho girato a ovest, verso la frontiera, fino alle Ande, oltre la frontiera.
Paesini sperduti, "riserve" hippy, parchi nazionali, centri turistici. Lì il cervello è andato in tilt. Per i contrasti, le contraddizioni e gli assurdi. L'idea di Ramonet sulla "nuova ecologia della comunicazione" ha iniziato a dispiegarsi, ad allargarsi e a fecondare me e queste praterie .
In viaggio tra El Bolson e Bariloche, sull'autobus proiettano Turbulence 3: Heavy Metal. Rimango senza parole, aggrappandomi al riconoscimento di un attore (quello che fa il terrorista-apocalittico in Contact), nella speranza di poter un giorno perdonarmi d'aver guardato tanto scempio di umanità.
Ti accorgi che le frontiere dal trash travalicano ogni possibile ammiccamento ad Alvaro Vitali (vero operaio alla catena di montaggio della cinematografia fordista italiana": in un solo anno riuscì a comparire in qualcosa come 17 film). Ti accorgi che il protocollo di Kyoto, con tutti i suoi inganni per la compravendita di "quote d'inquinamento", appare come la giustizia divina se rapportato a quello che noi "americani" stiamo riversando sul resto del mondo, senza nemmeno pagare. Tutta la spazzatura del sogno americano che siamo, tutti scrittori, registi, attori e cantanti: qui la riversiamo. Spesso proprio perché da noi non c'è spazio di consumo - come non c'è abbastanza spazio per i rifiuti - o perché considerata troppo "brutta" - come alcuni rifiuti troppo "pericolosi" per l'ambiente.
S.C. Bariloche in mezzo ad una regione di laghi e monti, dimostra lo stesso processo con un'urbanizzazione selvaggia - un misto tra Cortina e Sciacca - nonché altre perle "politiche".
"Esco dalla città, me ne vado a vedere i ghiacciai del monte Tornador, che la natura mi salverà da tanto orrore commerciale". Se non che, mentre mi scarrozzano verso i monti, l'autista mi fa notare la semplice casetta di un altro Erik. Cioè lui si chiama Erich, e fa una bella differenza, se Priebke è il cognome.
Casa semplice, zona residenziale nemmeno di lusso, moglie e figlio che ci abitano ancora. Del resto la mossa degli arresti domiciliari fatta a suo tempo dal "buon" Menem e stata ben vista a Bariloche: così tutti gli altri nazisti riparati qui dormono da anni sogni molto più tranquilli, che beccato lui, nessuno verrà più a scomodarli.
Vado oltre la frontiera nel "paese fratello" dell'Argentina: "ma sì, facciamo un salto in Cile, mi bagno nel Pacifico e torno". Non pensavo andasse in questa maniera fratello: al confine due buone ore di stop, giusto per ricordare la fraternità.
Poi a quello cileno ovviamente il favore è ricambiato: fanno fermare altre due ore gli autobus delle compagnie argentine; della gente che ci sta sopra, sempre cileni e argentini mischiati, chi se ne frega, che bisogno hanno di andare nel paese fratello?
Qui l'autunno è alle porte, il tempo inclemente. Ma quale oceano? Mi bagno solo sotto la pioggia.
Al ristorante - che ci vorrebbe qualcuno qui con me capace di descriverlo, mi dispiace, io non ne sono capace, ci provo: tutto è sgarrupato, le tovaglie con buchi tanti di bruciature, le pareti metà salmone e metà nocciola - la radio è sincronizzata sull'emittente locale "Concerto" (che si capisca cosa mandano). Quando parte "Talking Heads: 1983" non so se essere contento o piangere.
Rientro in ostello dove c'è addirittura la televisione - panacea per le serate piovose in un posto come Puerto Montt? Non resisto piú di 25 secondi: inizia lo speciale sul concerto di Roger Waters a Santiago. Anche le buone automobili ad un certo punto perdono i pezzi, ripara ripara, ma prima o poi diventano rifiuti.
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