non si trova in rete una tua foto decente, Linda? Di Linda Lovelace, scomparsa ieri, ho in mente una cosa ben precisa. Ed è qualcosa che chiunque abbia guardato con attenzione e passione un film vicino al capolavoro come "Gola profonda" (forse non il migliore di Gerard Damiano, ma senza dubbio il più universalmente noto) ricorda con maggiore affetto: il suo sorriso.

Linda Lovelace aveva un franco sorriso di giovane donna (e come tutte le donne belle aveva i denti appena un poco separati). Linda Lovelace era una vera attrice, e nel film che l’ha resa famosa è capace di spaziare fra diversi registri, dal comico all’hard, recitando con totale naturalezza (nonché eleganza, ricordando certe gonne e stivali impagabili). La grazia con cui, al termine delle sequenze più forti, posa lo sguardo in macchina da presa, sorridendo e socchiudendo gli occhi, fa saltare per aria ogni ordine narrativo.

Il corpo di Linda Lovelace, per quanto di belle forme, non era un corpo pornografico standard, esattamente come "Gola profonda" non assomiglia nemmeno lontanamente a un meccanismo pornografico seriale, come quelli a cui si è abituata la mia generazione.



Tutti gli articoli che oggi la ricordano sui giornali parlano di quanto la sua vita nell’industria del porno sia stata segnata da sofferenze e situazioni torbide (in realtà, molte delle sue accuse non furono mai provate), e passano poi a ricordare il suo ripudio e l’adesione alla causa femminista. Forse in questa premura di non apparire troppo sbilanciati verso la sua carriera di attrice e personaggio unico, preferendo affrettarsi a raccontarne la biografia, una biografia come tante, si nasconde il rimpianto di un talento perduto.

E il talento di Linda Lovelace non era una questione di capienza, ma la capacità di mettere il suo corpo al servizio di un’immaginazione che ancora teneva insieme sesso e cinema, in un sorriso, la leggerezza di un’opera d’arte.

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