«Ora comincio a sentirmi in colpa, sciocco e incapace.
Ho messo fuori troppe parole e comincio a sentire di non aver detto niente.
Questo, l'impressione di non aver detto niente, è una cosa che fa perdere la testa a un giovane scrittore. Un giornalista al posto mio, non avrebbe adoperato più di tre parole. L'uomo è uomo, avrebbe detto. E avrebbe espresso, così dicendo, un mucchio di cose. Ma io, con tutte le mie parole, voglio riuscire a esprimere una cosa sola. Voglio dare un significato preciso, e per questo forse il linguaggio mi viene impreciso. Giro attorno al mio argomento, all'effetto che voglio raggiungere, e cerco di vederlo da tutte le parti, in modo da averne un quadro completo, una visione, diciamo, integrale. È il cuore dell'uomo che voglio esprimere in questo racconto.
Proviamo daccapo».
William Saroyan, dal racconto Settantamila Assiri, traduzione di Elio Vittorini.
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