Istantanee in carta di riso:

e tutto intorno al suo bel velo, lei abbracciava il mondo intero


Uno scatto alla caviglia necessita sorrisi anche se sopra l'obiettivo e non dentro, inconsueto, ma del resto, come si diceva: riso in bocca e riso in cielo. Va bene: un poco di confusione, i matrimoni fanno piangere, il giorno dopo, ma giusto perchè è domenica. Domenica, pomeriggio, mezzo sole, quasi vento, giardini di via del Guasto, sotto la tinta si vedono bene i disegni degli inerti quando segregano nel calcestruzzo: lì corteccia di drago. Qualcuno che non sa suonare generale e noi che non la sappiamo cantare: timidezza in punta di dita e tra i denti. Non siamo in riva ad una pista di biglie di cemento, non stiamo fumando e del resto nemmeno beviamo un birra. A suo modo è un'istantanea, sentiamo cioè l'istanza narrativa hic et nunc. Per attendere l'interpolazione del tempo è necessaria pazienza sociale. La nostra polaroid manipola subito e con sfrontatezza, se vi pare. La mia madeleine è pollo fritto sul binario delle tre, un'adesivo a forma di stella rubato alla vetrina di un barbiere, perchè io ero curiosamente io ed ero lì, e non ne avevo ancora memoria. Appunto quella è una pellicola lunga e dorata e nitida. Ripensandoci non è del tutto vero che nessuna fotografia se sei felice, anche se ci era sembrato di esser d'accordo e quell'accordo in quel momento ci riempiva il cuore. Resta però la sensazione che l'istantanea è altrove rispetto al suo oggetto, anche se in imprescindibile tensione all' avvicinamento. Se ti approssimi troppo non puoi evitare che sfuochi: lo strumento non concede possibilità di intervento. E, non a caso, le migliori istantanee sono appunto fuori fuoco in completa narrazione del loro limite. O pornografiche, al limite. Guardatevi un poco Terry Richardson.


Richardson per Sisley





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