I land to sail
island said
yeah, we’re movin
Sarò sincero, la mia prima impressione dell’ascolto di questo nuovo "Title TK" era che le Breeders avessero messo assieme un album di "buona la prima", che si trattasse tutto sommato di una raccolta di "bozze", solo a tratti illuminata dal genio di Kim Deal.
Del resto, le recensioni che l’avevano preceduto non erano di certo invitanti.
Una canzone come The she (che a Pitchfork suona come "stereolabish") finiva per sembrare quanto meno spoglia dopo il colpo al cuore che sa regalare Off you.
Poi c’era Full on idle, non male, ma riciclata dall’album del 1997 a nome The Amps, temporaneo progetto messo in piedi dalla ex bassista dei Pixies mentre la gemellina Kelley scontava un debito con la legge per problemi di droga.
Un pezzo riciclato, un altro vecchio b-side e uno strascicato strumentale su meno di 40 minuti di album: beh, francamente dopo tutti questi anni poteva essere legittimo aspettarsi qualcosa di più.
Poi, complice un ascolto a cuffie più attente, una maggiore attenzione a versi come quelli citati sopra, il tormentone della conclusiva Huffer (qui il video), il secondo reprise di London song (puro distillato Pixies che vi strappa un sorriso, anche se siete dei redattori di Q), la testa che non può trattenersi dal ciondolare sull’attacco di Forced to drive, ancora Off you (mai sentita Kim Deal così accorata dai tempi di Gigantic: chiudete la porta e alzate il volume), il coro sfasato delle due sorelle in Too alive e ancora il “DA-DA-DA AH-AH-AH” di Huffer (uno dei pezzi che in questo momento mi fa pensare di più all’estate)…
insomma volevo dirvi che secondo me Title TK è un gran bel disco.
Domani sera a Polaroid un paio di pezzi non ve li toglie nessuno :-)
island said
yeah, we’re movin
Sarò sincero, la mia prima impressione dell’ascolto di questo nuovo "Title TK" era che le Breeders avessero messo assieme un album di "buona la prima", che si trattasse tutto sommato di una raccolta di "bozze", solo a tratti illuminata dal genio di Kim Deal.
Del resto, le recensioni che l’avevano preceduto non erano di certo invitanti.
Una canzone come The she (che a Pitchfork suona come "stereolabish") finiva per sembrare quanto meno spoglia dopo il colpo al cuore che sa regalare Off you.
Poi c’era Full on idle, non male, ma riciclata dall’album del 1997 a nome The Amps, temporaneo progetto messo in piedi dalla ex bassista dei Pixies mentre la gemellina Kelley scontava un debito con la legge per problemi di droga.
Un pezzo riciclato, un altro vecchio b-side e uno strascicato strumentale su meno di 40 minuti di album: beh, francamente dopo tutti questi anni poteva essere legittimo aspettarsi qualcosa di più.
Poi, complice un ascolto a cuffie più attente, una maggiore attenzione a versi come quelli citati sopra, il tormentone della conclusiva Huffer (qui il video), il secondo reprise di London song (puro distillato Pixies che vi strappa un sorriso, anche se siete dei redattori di Q), la testa che non può trattenersi dal ciondolare sull’attacco di Forced to drive, ancora Off you (mai sentita Kim Deal così accorata dai tempi di Gigantic: chiudete la porta e alzate il volume), il coro sfasato delle due sorelle in Too alive e ancora il “DA-DA-DA AH-AH-AH” di Huffer (uno dei pezzi che in questo momento mi fa pensare di più all’estate)…
insomma volevo dirvi che secondo me Title TK è un gran bel disco.
Domani sera a Polaroid un paio di pezzi non ve li toglie nessuno :-)
Commenti
Posta un commento