Grazie a Marco, Antonio e Frédéric per il workshop al Webb.it.
Tralascerò quanto mi è piaciuto fare il viaggio in macchina con Leonardo, rivedere Bruno e Matteo, conoscere finalmente La Pizia, correre sotto il temporale con Simone…
Due parole su quanto ascoltato alla “conferenza”:
so bene che quando si parla in pubblico capita di prendere strade diverse da quelle che avevamo in mente di percorrere, e spesso senza nemmeno capire il motivo. Così mi pare che a livello generale la presentazione del “mondo blog” sia stata corretta, esaustiva e interessante perché tutto sommato informale. Però, nel discorso si è finito per accentuare qualche aspetto che in realtà “facendo” un blog si dà per scontato o non si avverte come realmente decisivo.
Per esempio: si è parlato a lungo del citare le fonti nei post (problema a cui non avevo mai realmente pensato), arrivando anche a sfiorare la questione dell’etica giornalistica da adattare al giornalismo peer to peer prodotto dal blog – e qui suppongo molti avessero in mente Indymedia.
Ma se fa parte della natura del blog il linkare un'altra pagina web allora la fonte diventa autoevidente.
E se al link ci ero arrivato attraverso un altro blog, “rubare link” senza dire da chi si cita lo posso fare una volta, forse due, poi la comunità di lettori di blog (per buona parte direi bloggatrice essa stessa) se ne accorgerà e tenderà ad emarginarmi, non tanto per motivi etici, quanto perché “tanto in quel sito c’è sempre la stessa roba”.
Poi questo insistere sulle fonti mi ha fatto venire in mente un’altra cosa.
I blog, almeno quelli italiani (che tutto sommato conosco da poco) si citano molto fra di loro (vedi le prime tre righe qui sopra).
Dalle citazioni può nascere un dialogo (a me è capitato), una piacevole conversazione non più tra siti ma tra persone che iniziano a conoscersi, e che magari prima o poi decideranno di incontrarsi (è capitato a tutti blog che conosco).
Insomma, non è questione di comunità (parola che sul web è stata associata alla forma del forum), è altro: è più simile a una compagnia di amici (una “balotta”, come si dice a Bologna, e solo ora, ma guarda, capisco cosa intendevo con il titolo del menù qui accanto).
Ecco, l’aspetto della “balotta” non è stato toccato al workshop (ehm, mi rendo conto che non è esattamente come parlare di PHP…)
Tralascerò quanto mi è piaciuto fare il viaggio in macchina con Leonardo, rivedere Bruno e Matteo, conoscere finalmente La Pizia, correre sotto il temporale con Simone…
Due parole su quanto ascoltato alla “conferenza”:
so bene che quando si parla in pubblico capita di prendere strade diverse da quelle che avevamo in mente di percorrere, e spesso senza nemmeno capire il motivo. Così mi pare che a livello generale la presentazione del “mondo blog” sia stata corretta, esaustiva e interessante perché tutto sommato informale. Però, nel discorso si è finito per accentuare qualche aspetto che in realtà “facendo” un blog si dà per scontato o non si avverte come realmente decisivo.
Per esempio: si è parlato a lungo del citare le fonti nei post (problema a cui non avevo mai realmente pensato), arrivando anche a sfiorare la questione dell’etica giornalistica da adattare al giornalismo peer to peer prodotto dal blog – e qui suppongo molti avessero in mente Indymedia.
Ma se fa parte della natura del blog il linkare un'altra pagina web allora la fonte diventa autoevidente.
E se al link ci ero arrivato attraverso un altro blog, “rubare link” senza dire da chi si cita lo posso fare una volta, forse due, poi la comunità di lettori di blog (per buona parte direi bloggatrice essa stessa) se ne accorgerà e tenderà ad emarginarmi, non tanto per motivi etici, quanto perché “tanto in quel sito c’è sempre la stessa roba”.
Poi questo insistere sulle fonti mi ha fatto venire in mente un’altra cosa.
I blog, almeno quelli italiani (che tutto sommato conosco da poco) si citano molto fra di loro (vedi le prime tre righe qui sopra).
Dalle citazioni può nascere un dialogo (a me è capitato), una piacevole conversazione non più tra siti ma tra persone che iniziano a conoscersi, e che magari prima o poi decideranno di incontrarsi (è capitato a tutti blog che conosco).
Insomma, non è questione di comunità (parola che sul web è stata associata alla forma del forum), è altro: è più simile a una compagnia di amici (una “balotta”, come si dice a Bologna, e solo ora, ma guarda, capisco cosa intendevo con il titolo del menù qui accanto).
Ecco, l’aspetto della “balotta” non è stato toccato al workshop (ehm, mi rendo conto che non è esattamente come parlare di PHP…)
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