Sempre tre passi indietro
Proprio mentre finisco di leggere Così Lontano Così Vicino - La storia di Ian Curtis e dei Joy Division (Giunti, 1996, usato, € 2,58 - qui si possono trovare i due capitoli finali) ecco questo bel saggio su Pitchfork (il titolo è una parafrasi di "An ideal for living", primo singolo di Curtis e soci, datato 1978).
Pare che i Joy Division ora siano di nuovo hip (Arturo mi fa notare le lodi sperticate a un gruppo come Interpol), ma non mi interessa troppo: zeitgeist a go-go, as usual.
...e comunque voglio proprio vedere come un fenomeno in buona parte nichilista e senza ironia come i Joy Division possa diventare di massa secondo le dinamiche commerciali contemporanee...
Il libro scritto da Deborah Curtis, moglie del cantante dei Joy Division, probabilmente non è il mezzo migliore per avvicinarsi alla band di Manchester e alle loro canzoni: è troppo invischiato nella storia di un amore fallimentare (dall’adolescenza fino al divorzio, avviato poco prima che Ian Curtis si suicidasse), nel racconto di una famiglia che si barcamena nei quartieri proletari, e nella cronaca di una malattia rimossa e al tempo stesso blandita, per poter essere un semplice libro "che parla di musica", o una guida didattica all’ascolto.
Qui c’è (in parte, solamente, senza dubbio) quello da cui le canzoni dei Joy Division traevano linfa: la grigia Manchester di un decennio sconsolato e depresso dalla quale Curtis sognava di andarsene diventando una rock star come quelle che amava negli anni del liceo.
Ma quando sembrava esserci riuscito, tutto andò storto.
Per usare le parole della donna che per prima non capì cosa stava succedendo, "Ian viveva nel mondo delle fiabe e ciascuno di noi, a suo modo, contribuì a farlo rimanere là".
La malattia, un percorso culturale sempre piuttosto oscuro, il provincialismo, un carattere egocentrico ai limiti della patologia e, non ultimo, il supporto di alcune persone eccezionali (i futuri New Order, il produttore Martin "Zero" Hannett) hanno permesso a Ian Curtis e ai Joy Division di modellare una pietra miliare della storia della musica di singolare enigmaticità.
(I dischi dei Joy Division sono praticamente tutti in nice price e sta per arrivare l’autunno: cocktail ideale per polaroid).
Proprio mentre finisco di leggere Così Lontano Così Vicino - La storia di Ian Curtis e dei Joy Division (Giunti, 1996, usato, € 2,58 - qui si possono trovare i due capitoli finali) ecco questo bel saggio su Pitchfork (il titolo è una parafrasi di "An ideal for living", primo singolo di Curtis e soci, datato 1978).
Pare che i Joy Division ora siano di nuovo hip (Arturo mi fa notare le lodi sperticate a un gruppo come Interpol), ma non mi interessa troppo: zeitgeist a go-go, as usual.
...e comunque voglio proprio vedere come un fenomeno in buona parte nichilista e senza ironia come i Joy Division possa diventare di massa secondo le dinamiche commerciali contemporanee...
Il libro scritto da Deborah Curtis, moglie del cantante dei Joy Division, probabilmente non è il mezzo migliore per avvicinarsi alla band di Manchester e alle loro canzoni: è troppo invischiato nella storia di un amore fallimentare (dall’adolescenza fino al divorzio, avviato poco prima che Ian Curtis si suicidasse), nel racconto di una famiglia che si barcamena nei quartieri proletari, e nella cronaca di una malattia rimossa e al tempo stesso blandita, per poter essere un semplice libro "che parla di musica", o una guida didattica all’ascolto.
Qui c’è (in parte, solamente, senza dubbio) quello da cui le canzoni dei Joy Division traevano linfa: la grigia Manchester di un decennio sconsolato e depresso dalla quale Curtis sognava di andarsene diventando una rock star come quelle che amava negli anni del liceo.
Ma quando sembrava esserci riuscito, tutto andò storto.
Per usare le parole della donna che per prima non capì cosa stava succedendo, "Ian viveva nel mondo delle fiabe e ciascuno di noi, a suo modo, contribuì a farlo rimanere là".
La malattia, un percorso culturale sempre piuttosto oscuro, il provincialismo, un carattere egocentrico ai limiti della patologia e, non ultimo, il supporto di alcune persone eccezionali (i futuri New Order, il produttore Martin "Zero" Hannett) hanno permesso a Ian Curtis e ai Joy Division di modellare una pietra miliare della storia della musica di singolare enigmaticità.
(I dischi dei Joy Division sono praticamente tutti in nice price e sta per arrivare l’autunno: cocktail ideale per polaroid).
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