Un piacevole risveglio senza sveglia, solamente un fruscio di luce sotto la tenda. E non importa se era un mattino grigio, e fuori c'era quella pioggia sottile e sospesa che quasi non serviva nemmeno prendere l'ombrello.

Potevi sempre ascoltare ancora una volta l'ultima monumentale compilation della Morr Music, Blue skied an' clear, doppia antologia che sfiora il capolavoro, e versarti una seconda tazza di té.



E magari un goccio di mirto dopo pranzo.

Uno di quei sabati che non telefona nessuno.

Succede, da queste parti.

Toccherà quindi ripescare anche gli Slowdive. Eppure tra il 1991 e il 1995 (lustro nel quale sono uscite le canzoni qui coverizzate dalla scuderia Morr nel primo cd) noi c'eravamo, e da qualche parte dicevamo pure di ascoltare musica...



Tra le canzoni scritte da Neil Halstead e metabolizzate dai laptop dell'etichetta berlinese spicca senza dubbio la resa di "When the sun hits" operata da Komëit, puro indie rock senza chitarre (la rifà anche Solvent, ma con risultati del tutto differenti) e di "40 days" di Lali Puna. Forse un po' troppo laconici questa volta i Múm, ma è un ottimo finale, abbastanza epico e tutto il resto.

E dopo un po' ti abitui a sentire queste voci umane perse dentro i suoni del futuro. E non ti immagini più uno studio di registrazione, strumenti e sale, ma persone che cantano sedute al computer come te, luce di cristalli liquidi dal basso. Cantano mentre spostano cursori con un mouse.



Tra i materiali originali di gente come Isan, Styrofoam, Herrmann & Kleine, che compongono la seconda parte, invece mi risulta difficile individuare un pezzo: è un disco che ho voglia di ascoltare per intero ogni volta, magari senza fare nulla, steso sul letto a vedere quanto si sono accorciate le giornate, oppure rimettere in cuffia seduto alla scrivania in ufficio, lo sguardo impassibile mentre qualcuno mi passa un fax da ricopiare.

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