Forlì, Texas



Il primo disco di cui mi sono innamorato in questo 2003 non è ancora stato pubblicato.

Si tratta di From Nowhere, in auspicabile uscita a primavera, ed è opera dei Satellite Inn.

I Satellite Inn sono il progetto del forlivese Stiv Canterelli, che con questa sigla già a fine ‘99 ha pubblicato un ben accolto album ("Cold morning songs") su Mood Foof Records, etichetta statunitense del North Carolina, che segnò gli esordi anche dei Whiskeytown di Ryan Adams.



Proprio così: l’alt.country made in Italy funziona negli USA, riscuote consensi, si guadagna crediti (non ultimo Robert Fisher dei Willard Grant Conspiracy), e una tournée che parte dalla pianura padana può approdare ai festival più blasonati degli States per quanto riguarda questo genere, come il CMJ di New York o il SXSW di Austin, Texas.



Qui a Bologna li abbiamo visti giovedì scorso (dopo aver risalito in bicicletta tutta Via Toscana con la neve) grazie al solito Giovanni, senza conoscerli e senza sapere bene (ehm, non è una novità) come inquadrare questo "Alternative Country"...

Non era una serata allegra per me, ma una canzone è stata capace di scuotermi dallo sgabello in fondo e di rendere più gustosa anche una pinta ormai riscaldata e senza bollicine.

La canzone diceva "turn on the radio for a while, ‘cause I don’t wanna sleep", e forse non sembrerà una gran cosa, ma la resa sanguigna di quel live di soli chitarra e batteria dava la sensazione di qualcosa di vero, compatto, e poi io alla radio ci sono affezionato, e la canzone cominciava piano, poi tirava come un pezzo indie da ballare al Covo, a un certo punto rallentava, l’atmosfera diventava oscura, e alla fine tutto si riapriva nel refrain ripetuto che invitava proprio a cantare.



Dopo il concerto (penultimo pezzo: una schietta cover di "I wanna be your dog") mi sono fiondato al banchetto del merchandising a chiedere al disponibilissimo Stiv se quella canzone si trovava nell’album.

No, "Desert tripping" era nel promo (in una versione più morbida, se vogliamo, ma altrettanto elegante) che mi è stato regalato insieme all’ottimo acquisto di "Cold morning songs" (è una settimana che non ascolto altro): entrambi finiranno inevitabilmente in una C90 nella mia autoradio, scorta per i prossimi viaggi.

Nel promo i suoni dei Satellite Inn sono cresciuti, e giustamente c’è chi ha tirato in ballo Velvet Underground e perfino Husker Du.

Il disco non me lo sono fatto autografare, tanto prima o poi Stiv passerà a trovarci a polaroid, magari con la chitarra.



...turn on the radio for a while...

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