As seen on Rumore
Quando abbiamo deciso di aprire un blog, non lo sapevamo mica di essere così fashionably zeitgeist (non vuol dire niente ma suona bene): volevamo soltanto fare un sito da affiancare al programma che, con una certa incoscienza, stavamo per cominciare in radio (di questo dobbiamo ringraziare Arturo).
Ma siamo stati fortunati: conoscevamo Leonardo già nel mondo off line e ci ha aiutato a mettere in piedi questa pagina “che si faceva da sola”.
Poi abbiamo cercato di convincere alcuni amici a scriverci dentro.
Poi abbiamo conosciuto gli altri blog, la “balotta” di link qui accanto.
Poi la radio era proprio divertente e si imparavano un sacco di cose. Da un anno e mezzo a questa parte abbiamo ascoltato più musica che in tutti i ventisette anni precedenti.
Si possono qui tralasciare varie soddisfazioni che abbiamo inaspettatamente ricevuto negli ultimi dodici mesi (qualche accredito ai concerti, la mia prima intervista, scoprire che c'è chi ci segue alla radio, un celebre giornalista che ti manda una mail... qualcuno qui ha anche conosciuto una ragazza davvero speciale).
Tutto ciò, in un certo senso, si è risolto (come quando una polaroid si asciuga e definisce) nel gesto di aprire l’ultimo numero di Rumore, trovare un articolo di Rossano Lo Mele che mette insieme blog ed estetica indie, che si intitola proprio Memoria po(p)laroid, e che a pagine 36, riga 12, dedica a questo sito le parole più lusinghiere (e immeritate?) che ci sia mai capitato di leggere.
Appena un paio di settimane fa, lasciandoci andare, avevamo scritto che “a volte il senso di una biografia sta dentro una rivista musicale conservata per un decennio”.
Non importava aggiungere altro, lì si parlava dei Pavement, ma oggi ci va di confessare che quella rivista era una delle prime copie di “Rumore”, mensile musicale giunto ormai al numero 133. Troppo snob? Troppo sputtanata? Oh, andiamo: lo dite di qualunque rivista leggiate. Le riviste musicali tirano fuori il meglio della nostra schizofrenia. In ogni caso, chi vi scrive possiede anche gli altri 132 numeri.
Potete immaginare come ci si sente a vedersi dall’altra parte della pagina.
Che poi non è solo il fatto che polaroid sia citato su Rumore: quanto piuttosto che ci sia anche tutto quello che abbiamo scritto e detto e suonato e bevuto e letto in questi mesi. O almeno così la pensa l'IngegnIere.
Casomai ce ne fosse bisogno, una precisazione: polaroid non ha mai avuto la pretesa di parlare di musica.
In assoluto, non siamo dei giornalisti: qui trovate raccontato quello che capita a due che si sono trovati a fare un programma alla radio, quello che qualche amico ogni tanto ha voglia di scriverci e quello che ascoltiamo in quel momento.
Niente più che una polaroid, appunto.
Quando abbiamo deciso di aprire un blog, non lo sapevamo mica di essere così fashionably zeitgeist (non vuol dire niente ma suona bene): volevamo soltanto fare un sito da affiancare al programma che, con una certa incoscienza, stavamo per cominciare in radio (di questo dobbiamo ringraziare Arturo).
Ma siamo stati fortunati: conoscevamo Leonardo già nel mondo off line e ci ha aiutato a mettere in piedi questa pagina “che si faceva da sola”.
Poi abbiamo cercato di convincere alcuni amici a scriverci dentro.
Poi abbiamo conosciuto gli altri blog, la “balotta” di link qui accanto.
Poi la radio era proprio divertente e si imparavano un sacco di cose. Da un anno e mezzo a questa parte abbiamo ascoltato più musica che in tutti i ventisette anni precedenti.
Si possono qui tralasciare varie soddisfazioni che abbiamo inaspettatamente ricevuto negli ultimi dodici mesi (qualche accredito ai concerti, la mia prima intervista, scoprire che c'è chi ci segue alla radio, un celebre giornalista che ti manda una mail... qualcuno qui ha anche conosciuto una ragazza davvero speciale).
Tutto ciò, in un certo senso, si è risolto (come quando una polaroid si asciuga e definisce) nel gesto di aprire l’ultimo numero di Rumore, trovare un articolo di Rossano Lo Mele che mette insieme blog ed estetica indie, che si intitola proprio Memoria po(p)laroid, e che a pagine 36, riga 12, dedica a questo sito le parole più lusinghiere (e immeritate?) che ci sia mai capitato di leggere.
Appena un paio di settimane fa, lasciandoci andare, avevamo scritto che “a volte il senso di una biografia sta dentro una rivista musicale conservata per un decennio”.
Non importava aggiungere altro, lì si parlava dei Pavement, ma oggi ci va di confessare che quella rivista era una delle prime copie di “Rumore”, mensile musicale giunto ormai al numero 133. Troppo snob? Troppo sputtanata? Oh, andiamo: lo dite di qualunque rivista leggiate. Le riviste musicali tirano fuori il meglio della nostra schizofrenia. In ogni caso, chi vi scrive possiede anche gli altri 132 numeri.
Potete immaginare come ci si sente a vedersi dall’altra parte della pagina.
Che poi non è solo il fatto che polaroid sia citato su Rumore: quanto piuttosto che ci sia anche tutto quello che abbiamo scritto e detto e suonato e bevuto e letto in questi mesi. O almeno così la pensa l'IngegnIere.
Casomai ce ne fosse bisogno, una precisazione: polaroid non ha mai avuto la pretesa di parlare di musica.
In assoluto, non siamo dei giornalisti: qui trovate raccontato quello che capita a due che si sono trovati a fare un programma alla radio, quello che qualche amico ogni tanto ha voglia di scriverci e quello che ascoltiamo in quel momento.
Niente più che una polaroid, appunto.
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