Siamo qui in radio, non c'è nessuno


Siamo venuti a trasmettere la nostra oretta di polaroid.

Profeticamente (anche se con il senno di poi non era necessario essere aruspici) Massimo Gramellini scriveva sulla Stampa di martedi 18:

Per cui, ci risiamo. Il discorso del pastore evangelico Bush e gli ultimi giochi arabi delle tre carte, poi arriveranno i lampi verdi della contraerea nella notte, i domatori televisivi con la faccia di circostanza e il nulla da commentare agitandosi di continuo, le immagini dei buoni e dei cattivi montate secondo convenienza per suscitare compassione od orrore, angoscia e paura smerciate come un dovere civico a cui è impossibile sottrarsi.

Inutile dirlo: una grande amarezza.

Noi stasera siamo stati in radio, con la radio disertata, tra televideo e sensi di colpa e responsabilità pendenti. Tutti sono in piazza sui gradini di San Petronio, o a casa stanchi dopo una giornata di diretta con Radio Gap, oppure in bicicletta a fare Critical Mass (alla faccia del tendone di fastweb).

Noi in radio: polaroid fa la sua parte. A corto di parole, la cosa che meglio ci riesce, mettere dei dischi.

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