Una lettera


Forse a qualcuno non sembrerà il modo migliore per cominciare la settimana, ma Alessandro è un nostro caro amico ed è là.

Ogni volta che riesce a scriverci ci sembra un po' un piccolo miracolo.

Un abbraccio Latta, fai attenzione, abbiamo voglia di rivederti presto.



«Rachel ha 23 anni, viene da Olimpia (Washington, USA).

Ha capelli biondi e occhi fissi di fronte a sé, parla con tono monocorde e un ritmo lento e costante, tanto che quando l'ho conosciuta, il mese scorso a Rafah, ho pensato che avesse accumulato un po' di stanchezza. Invece mi dicono che questo è il suo modo di fare, una determinata lentezza.



È carina, Rachel, le ho promesso un piatto di pastasciutta; niente carbonara però: è vegetariana.

È a Rafah insieme a un gruppo di compagni dell'ISM, International Solidarity Movement, per condividere la quotidianità dei campi profughi e protestare contro le azioni militari che ogni giorno violano i più elementari diritti umani.



La settimana scorsa sfoggiava i suoi capelli sciolti al vento, e mi ha fatto piacere vederla senza il fazzoletto che portava in testa per facilitare il contatto con la gente di Rafah e vincerne la diffidenza.



Rachel è morta questo pomeriggio, schiacciata da un bulldozer mentre si opponeva all'ennesima demolizione di una casa palestinese.



Alessandro»

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