Turn off the bright lights (almeno per un po'?)
Pare che la data di Torino non sia stata eccezionale: quella di Bologna, invece, proprio non è esistita.
Gli Interpol sono apparsi stanchi, hanno suonato tre pezzi, poi il batterista vittima di una tendinite ha dovuto lasciare il campo, con evidente disappunto del pubblico che affollava l'Estragon al limite della possibilità fisiche.
Sono rientrati, hanno provato a ricominciare (tra l'altro con un pezzo inedito) ma non c'è stato nulla da fare. Lo stesso batterista si è fatto avanti e ha detto "sorry" un paio di volte.
Siamo rimasti a chiacchierare lungo il vialetto mentre la gente scorreva fuori e cercava di capire se rimborsavano il biglietto.
Le ultime notizie dicono che la data verrà recuperata domani sera, sempre all'Estragon. Siamo in attesa di conferme, ma intanto i più maligni si augurano di non doversi sorbire nuovamente il gruppo di supporto British Sea Power.
Io, che come al solito non capisco niente, li ho trovati fantastici. Mi sono sembrati una rock band intrinsecamente britannica e al tempo stesso, in qualche modo, astratta. Potrebbero saltare fuori dall'Inghilterra del futuro immaginata dal film Brazil: indossano uniformi della prima guerra mondiale o strane cerate con ambigue macchie, hanno occhi spiritati che ti fissano, mentre il batterista è rimasto incappucciato come un monaco per metà concerto. Il palco simulava un brughiera con rami secchi, siepi e uccelli impagliati (che poi c'è voluto mezz'ora per sparecchiare mentre il pubblico sempre più impaziente).
Musicalmente mi hanno ricordato qualcosa dei Television, più di uno ha notato che la voce a volte ricalcava addirittura quella di Springsteen, quasi tutti i pezzi invitavano a ballare (se solo fossimo riusciti a muoverci) e poi sul finale l'impasto new wave è degenerato in un delirio selvaggio che non saprei se definire punk o psichedelico o soltanto assurdamente rumoroso, con tanto di chitarrista arrampicato sulle casse.
Primo fatto da cui concludo che l'esibizione ha avuto successo (cioè ha fatto quel che deve fare un concerto rock): mi è rimasta per un pezzo la pelle d'oca, nonché un largo sorriso ebete sulla mia facciona divertita.
Secondo fatto: dopo averli visti live sono curioso di sentire che effetto fanno su disco. Stay tuned.
Pare che la data di Torino non sia stata eccezionale: quella di Bologna, invece, proprio non è esistita.
Gli Interpol sono apparsi stanchi, hanno suonato tre pezzi, poi il batterista vittima di una tendinite ha dovuto lasciare il campo, con evidente disappunto del pubblico che affollava l'Estragon al limite della possibilità fisiche.
Sono rientrati, hanno provato a ricominciare (tra l'altro con un pezzo inedito) ma non c'è stato nulla da fare. Lo stesso batterista si è fatto avanti e ha detto "sorry" un paio di volte.
Siamo rimasti a chiacchierare lungo il vialetto mentre la gente scorreva fuori e cercava di capire se rimborsavano il biglietto.
Le ultime notizie dicono che la data verrà recuperata domani sera, sempre all'Estragon. Siamo in attesa di conferme, ma intanto i più maligni si augurano di non doversi sorbire nuovamente il gruppo di supporto British Sea Power.
Io, che come al solito non capisco niente, li ho trovati fantastici. Mi sono sembrati una rock band intrinsecamente britannica e al tempo stesso, in qualche modo, astratta. Potrebbero saltare fuori dall'Inghilterra del futuro immaginata dal film Brazil: indossano uniformi della prima guerra mondiale o strane cerate con ambigue macchie, hanno occhi spiritati che ti fissano, mentre il batterista è rimasto incappucciato come un monaco per metà concerto. Il palco simulava un brughiera con rami secchi, siepi e uccelli impagliati (che poi c'è voluto mezz'ora per sparecchiare mentre il pubblico sempre più impaziente).
Musicalmente mi hanno ricordato qualcosa dei Television, più di uno ha notato che la voce a volte ricalcava addirittura quella di Springsteen, quasi tutti i pezzi invitavano a ballare (se solo fossimo riusciti a muoverci) e poi sul finale l'impasto new wave è degenerato in un delirio selvaggio che non saprei se definire punk o psichedelico o soltanto assurdamente rumoroso, con tanto di chitarrista arrampicato sulle casse.
Primo fatto da cui concludo che l'esibizione ha avuto successo (cioè ha fatto quel che deve fare un concerto rock): mi è rimasta per un pezzo la pelle d'oca, nonché un largo sorriso ebete sulla mia facciona divertita.
Secondo fatto: dopo averli visti live sono curioso di sentire che effetto fanno su disco. Stay tuned.
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