blogoutOut of time


Ci sarebbero tante cose da scrivere in questi giorni.

Dovrei cominciare facendo i complimenti a Biccio: grazie al suo ottimo lavoro, tra poco anche polaroid finirà in un libro.

(Potrei tirarmela, dato che in questa stagione le polemiche sui blog fanno figo, dicendo che un libro figlio d'un blog noi l'avevamo già fatto, e in puro spirito do it yourself, ma non siamo giornalisti, e poi le cose che leggevamo alla radio mi sa che piacciono solo a noi).



Dovrei ringraziare Palomar, che ci ha gentilmente e generosamente spedito la sua compilation "Donne dal mondo".

Gli promettiamo un nastrone per la radio e una recensione de La Laura :-)



E vorrei divertirmi a raccontare di Dj Amarezza, Alice e la Mara di Radio Antenna 1, ovvero le Black Candy al completo, ospiti ieri sera per una delle più sconclusionate e demenziali puntate di polaroid (ma con la certificazione "indie" grande come una casa).

Da mesi sogno di dedicare a loro un pezzo che comincia così:

"Forse a Bologna non ce ne accorgiamo, ma Modena e la sua provincia sono la vera Olympia, Washington italiana..."

(Amarezza però non è d'accordo, e sostiene che forse soltanto la periferia sud di Modena merita qualche considerazione).



Vorrei scrivere anche di queste calde giornate di metà luglio, che per un errore di stampa il calendario ha appiccicato all'inizio di maggio, e di noi che ci ascoltiamo gli Yo La Tengo di Summer Sun o i nuovi stupendi Yuppie Flu a volume discreto, dondolando la mano giù dal letto, con le tende tirate e la schiena sudata.



Mi piacerebbe descrivere la sensazione che in questa stagione d'afa, nonostante tutto, a Bologna la bellezza sia a portata di mano come poche altre volte, trabocchi da ogni strada, e che ogni colpo di pedali sia un colpo al cuore, il sorriso per aria e il vetro gelato della prima birra aperta dopo la prima canzone, all'inizio del programma.



Mi toccherebbe parlare anche della perplessità che a volte mi prende e mi blocca, quando mi domando quale sia il motivo di "scrivere" intorno alla musica: dov'è realmente la necessità di questa traduzione di un linguaggio in un altro, quando il primo (nel caso funzioni) è perfetto?

E in che misura queste pippe mentali sono causate dal fatto che dischi come il nuovo Blur o l'ultimo White Stripes, giudicati universalmente capolavori, a me non dicono proprio nulla e continuo a sentirmi sempre un po' inadeguato?



Sì, ci sarebbero tante cose da scrivere in questi giorni, ma non ci riesco.

Meglio allora incontrarsi e fare quattro chiacchiere, magari al Webb.it di Padova, domani o domenica.

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