Sport per indie rockers


La trasferta romagnola di sabato mi ha insegnato alcune cose. Ad esempio, sono convinto che giocare a biglie sia uno sport molto più indie rock del frisbee. E quando dico biglie, intendo proprio quelle di plastica colorata coi ciclisti dentro.

Vuoi mettere: stare in ginocchio sulla spiaggia, creare il disegno del tracciato, sporcarsi le mani nella sabbia per costruire la pista? O scatenare ricordi di gioventù al suono di nomi esotici come Hinault, Lemond, Argentin o altri improbabili russi che sa pronunciare solo La Laura? O vedere le facce della gente che ci raggiungeva in riva al mare e si allontanava imbarazzata scambiando finti apprezzamenti al sound check dei Lali Puna?

Dubito che fra le decine di fotocamere digitali e cellulari multimediali presenti sulla Riviera Beat qualcuno abbia immortalato buona parte della redazione musicale di Radio Città 103 mentre si metteva carponi a studiare la traiettoria per saltare il trampolino o per sorpassare (non riuscendoci) Arturo sul rettilineo.

Ma l'ultimo tiro fuori dalla curva non lo scorderò.

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