Heidelberg



Ladenburg

Dobbiamo essere già sulla strada che dall'areoporto di Hahn porta ad Heidelberg.

L'aria condizionata sulla corriera è di quell'intensità che fa sembrare il cielo fuori, mentre fuori è inconsapevolmente caldo, limpido e terso.

Leggiamo e dormiamo e guardiamo il verde profilo germanico.

Ebi ogni tanto mi legge dei pezzi di Professione modella.

Non è che propriamente si metta a leggere ad alta voce, da un momento all'altro, ma ogni tanto ride tra sè, così io gli chiedo: stralci divertenti di dialoghi dove per lo più c'è da bere o dei pompini.

A me piace un sacco quando Enzo mi legge le cose ad alta voce. Una volta mi ha letto per intero i capitoli Collusione e Porci di American Tabloid, mentre dipingevo il soffitto del salotto.

Lei dice (tipo così) Questo Carver è davvero un grande

Il protagonista dice (tipo così) Sai che bella novità

Poi siamo arrivati alla stazione di Heidelberg che davanti ha questo edificio di vetro strutturale da cui puoi farti subito un'idea sbagliata del triangolo del Reno (ma anche decidere che non andrai a Francoforte) e all'ufficio del turismo indaghiamo se c'è un orto botanico e un concerto indie e chiediamo se qualcuno sa qualcosa di Hegel, senza troppo successo.

Io leggo Rumore bianco. Non mi viene in mente nessun posto così appropriato come la Burgenstrasse, che lenta percorre la vallata del Neckar, per leggere quel libro e niente di meglio del'autostrada Bologna-Forlì per finirlo e riporlo.

A Ladenburg, non ho smesso di struggermi pensando a certe pagine con tutti i bambini attorno e l'amico dei serpenti e tutte le volte che lui dice di affondare nel seno di Baba (Babette, non è meraviglioso? e le ex mogli nervose e bilingue, non è meraviglioso?) in quel posto dove venti rose rosa costano quattro euro e ci sono i girasoli e a come deve essere bello andare a Ladenburg a sessant'anni, a curare l'orto (e che tutto sommato un po' troppo trasportati abbiamo regalato tracce di jazz senza improvvisazione e un grande vaso di crisantemi per margherite).

E lui dice:



Denise stava facendo dei segni in un tascabile intitolato Dizionario dei numeri telefonici gratuiti. Trovai Babette seduta accanto al letto di Wilder, occupata a leggergli una storia.

- Non ho niente contro l'abbigliamento da jogging in sè, - dissi - la tuta qualche volta può essere una cosa pratica da mettere. Ma vorrei che non te la mettessi per leggere le favole a Wilder o per fare le trecce a Steffie. Sono momenti in cui c'è qualcosa di commovente, che viene messo a dura prova dall'abbigliamento da jogging.




Stiamo tornando, l'areoporto di Forlì alle spalle e una certa malinconia duty free, è curiosa (perchè di curiosità si tratta) quella commozione di cui sopra, quella tenerezza che si infila dappertutto poi si interrompe senza tornarvi. C'è un taglio, nella scrittura, a pagina 322, lo stesso taglio che ad un certo punto di Ragazza in coma (nemmeno Douglas Coupland sembra tornare).



Questo Delillo è davvero un grande

Sai che bella novità



Dopo non abbiamo dormito sul serio, ma stavamo appoggiati alle spalle, con gli occhi chiusi.



p.s. Ad Eppleheim ospitalità sensazionale, abbiamo bevuto molta birra, mangiato meravigliose bistecche in salsa svedese e tortino alle patate, champagne e alsaziani a forma di pesce (i miei preferiti). Grazie.



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