Thank you for the music (5)
Una polaroid di musica in nice price
Perfect Sound Forever: What's kept you interested in doing music for so long?
Colin Newman: The fact that it changes.
Perfect Sound Forever: What have you seen as the changes that have been happening? For the better? For the worse?
Colin Newman: Better, worse? What does that mean? Too subjective. Different means different.
Diversi lo sono stati senza dubbio, gli Wire. Formatisi in un contesto culturale abbastanza lontano da quello "di strada" dei punk loro coetanei (ed essendo pure po' più anziani di loro) pare che le prime parole pronunciate in pubblico siano state "Pay attention. We’re Wire" e che subito dopo abbiano bruciato la platea londinese del leggendario Roxy con una musica mai sentita prima. Quel brevissimo concerto gli valse un contratto con la EMI (che nel 1977 cercava ancora disperatamente di riprendersi dalla bufera Sex Pistols) e il folgorante esordio Pink Flag uscì prima della fine dell stesso anno.
Molto è stato detto di Pink flag, forse più di quanto i suoi stessi irrequieti autori avrebbero desiderato. Ma resta sconcertante quanto riesca a essere ancora oggi un pugno nello stomaco e come poi, a poco a poco, riesca a conquistare.
Prendendosi gioco di molte cose, e del punk in primo luogo, Pink flag cercava di mandare all'aria ogni convenzione, tanto quelle della borghesia britannica quanto quelle della ribellione giovanile dell'epoca. Nessun ritornello, nessuno slogan, nessun riff ripetuto più del necessario. La canzone finisce quando non c'è più niente da dire. Parole in prosa (giornali, non letteratura), pronunciate da una voce alienata, a cui si aggiungono così tante scosse in così breve tempo (21 canzoni per 36 minuti) che si resta tuttora frastornati.
Gli Wire poi hanno cambiato pelle molte volte, cercando ogni volta di andare oltre Pink flag, e questa sera al Velvet di Rimini scopriremo com'è quella nuova. In ogni caso, la bandiera rosa resterà ancora per un bel pezzo issata all'orizzone per tutti quelli che vorranno ascoltare musica.
(Ah, e se vi chiedete perché proprio una bandiera rosa, questa è la risposta più o meno ufficiale: "The pink flag itself is perhaps the most totemic of all Wire symbology being at once iconic, mysterious and arguably meaningless while giving nothing away beneath its placid exterior".)
Una polaroid di musica in nice price
Perfect Sound Forever: What's kept you interested in doing music for so long?
Colin Newman: The fact that it changes.
Perfect Sound Forever: What have you seen as the changes that have been happening? For the better? For the worse?
Colin Newman: Better, worse? What does that mean? Too subjective. Different means different.
Diversi lo sono stati senza dubbio, gli Wire. Formatisi in un contesto culturale abbastanza lontano da quello "di strada" dei punk loro coetanei (ed essendo pure po' più anziani di loro) pare che le prime parole pronunciate in pubblico siano state "Pay attention. We’re Wire" e che subito dopo abbiano bruciato la platea londinese del leggendario Roxy con una musica mai sentita prima. Quel brevissimo concerto gli valse un contratto con la EMI (che nel 1977 cercava ancora disperatamente di riprendersi dalla bufera Sex Pistols) e il folgorante esordio Pink Flag uscì prima della fine dell stesso anno.
Molto è stato detto di Pink flag, forse più di quanto i suoi stessi irrequieti autori avrebbero desiderato. Ma resta sconcertante quanto riesca a essere ancora oggi un pugno nello stomaco e come poi, a poco a poco, riesca a conquistare.
Prendendosi gioco di molte cose, e del punk in primo luogo, Pink flag cercava di mandare all'aria ogni convenzione, tanto quelle della borghesia britannica quanto quelle della ribellione giovanile dell'epoca. Nessun ritornello, nessuno slogan, nessun riff ripetuto più del necessario. La canzone finisce quando non c'è più niente da dire. Parole in prosa (giornali, non letteratura), pronunciate da una voce alienata, a cui si aggiungono così tante scosse in così breve tempo (21 canzoni per 36 minuti) che si resta tuttora frastornati.
Gli Wire poi hanno cambiato pelle molte volte, cercando ogni volta di andare oltre Pink flag, e questa sera al Velvet di Rimini scopriremo com'è quella nuova. In ogni caso, la bandiera rosa resterà ancora per un bel pezzo issata all'orizzone per tutti quelli che vorranno ascoltare musica.
(Ah, e se vi chiedete perché proprio una bandiera rosa, questa è la risposta più o meno ufficiale: "The pink flag itself is perhaps the most totemic of all Wire symbology being at once iconic, mysterious and arguably meaningless while giving nothing away beneath its placid exterior".)
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