Thank you for the music (6)

Una polaroid di musica in nice price


Questa sera non è andato in onda polaroid. Secondo me non se ne è accorto nessuno, tranne forse quelli di Glamorama che hanno cominciato più puntuali del solito.

Trasmettiamo ora la sintesi differita di un post della settimana scorsa.



Blondie - 'Parallel Lines'Dopo che l'aveva scritto De Luca su Rumore e pure il Compagnoni incoraggiava, toccava proprio completare il tour per la New York City fine Seventies con questo disco dei Blondie.

Ammetto che non mi era mai stato ben chiaro come una band del genere fosse "nel giro" (sarà d'aiuto il documentario Blank Generation, presto sugli schermi dell'XM24), ma dopo l'ascolto di canzoni come Hanging on the telephone e One way or another uno comincia a farsi un'idea dell'energia di questo gruppo, almeno agli inizi.

Suppongo che Debbie Harry dovesse avere l'impatto che oggi può avere una Karen O, con la differenza che trent'anni fa non era così scontato accettare le presenze femminili sui palchi del rock (Tina Weymouth dei Talking Heads, non proprio una bomba sexy, al principio della carriera era continuamente bersagliata da insulti).



Parallel lines è un album che suona quasi come un mixtape, dove la new wave più frenetica si smorza in momenti pop da colonna sonora di college film, o dove improvvisamente si aprono squarci bui (Fade away and radiate, con Robert Fripp alla chitarra), o dove all’improvviso si finisce in una luccicante discoteca (Heart of glass, un capolavoro).

Si dice che buona parte del merito di questo album stia nel ruolo del produttore, affidato a Mike Chapman. Reduce dai successi con gente che oggi non troviamo neanche nei cestoni delle offerte all'ipermercato, Chapman seppe imporre un ritmo di lavoro in studio sconosciuto al gruppo newyorkese. La ristampa in nice price di Parallel Lines rende l'idea inserendo fra le bonus track una ruvida versione demo proprio di Heart of glass, l'hit planetaria dei Blondie, praticamente sfigurata.

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