'cause the music is boring me to death



In facoltà avevo lasciato solo moon pix. Tanto pensavo che me ne sarei andata. Ecco, vedi, credi che te ne vai solo per il brivido dell'appiglio centrifugo.

Lasci tutto appeso, come dopo la lavatrice, aspettando che asciughi.

Invece sei ancora lì a presidiare opportunità. Pure Kovac va in Congo (vivaddio), eppoi ve lo dico (anche se non dovrei), preparatevi, che ci va anche Carter in Congo (maledizione), me l'ha detto mia mamma che ha visto l'ultimo episodio quando era nel regno unito questa estate. Teneva i gatti di una signora. A Fulham, leggendo la Kinsella e nutrendo i gatti, japanoise e pret a manger.

E aggiungerei ci va pure mia mamma nel regno unito, un giorno che decide che la vita è semplicemente prendere, e non dare e londra è sua, per via dei fiori e lo stucco a tre quarti di parete e per la national gallery che è gratis ed è la pinacoteca più bella che ci sia, alla faccia del louvre e di bertolucci e di godard.

Non per un concerto di Patrick Wolf, che se ero là ci andavo curiosa, oppure me ne stavo in casa a monitorare gli esperimenti di biologia sul pavimento del bagno lamentandomi che i muffin sono venuti male e metto troppo dressing nell'insalata.

Io al massimo pensavo che Bologna fosse mia, mentre al portico dei servi si parla di borseggiatori natalizi e alla pinacoteca c'è una santa lucia che tiene gli occhi su un piattino e fa paura come certi manichini sproporzionati di Patrizia Pepe, che ricordano la notte dei morti viventi o un incubo ricorrente di infanzia nel tennis club del mare e pineta (anni in cui gli incubi non trovano quinta migliore di località della riviera e grand hotel, che se non sei Proust o Grace Kelly, è meglio dimenticare).

Tornando dalla calabria, uno di quei viaggi talmente lunghi che l'ipod non arriva al confine con la toscana e tanto vale guardar fuori o cercare uno scompartimento dove chiedere ospitalità per una sigaretta in cambio di racconti catastrofici di divorzi ripensamenti licenziamenti malattie (mai chiedere in treno a uno che siede deliberatamente nell'unica carrozza fumatori dove è diretto), ho avuto l'onore e il privilegio di ficcare il naso in bei monolocali sui fori, in quel dedalo di strade che hanno persino i nomi belli (lo dice mia nonna) oltre alle fontane, oltre al travertino, voglio dire (come se questo potesse spiegare).

Ecco, vedi sei ancora lì a pensare di uscire di casa la mattina che c'è sole, anzichè quel casco di vapore acqueo che arriccia i capelli persino a me e vi assicuro che ciò non costituisce una realtà plausibile da punto di vista termomeccanico, ma succede, tutte le mattine di inverno che torno qui e mi metto le cuffie e modifico i programmi e faccio run e escono grafici nonsense, cui varrebbe la pena un giorno di spendere due parole (già fatto e già perso) o un'opera d'arte.

Dico solo che se ci tolgono anche la radio, ecco, non sono storie, e dato che non ci sono spiegazioni, non c'è nemmeno motivo.

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