Shake it, shake it... ancora un po'
La vera canzone di queste vacanze per molti è stata Hey ya! degli Outkast: quella da suonare e ballare alla mezzanotte del 31 dicembre 2003, quella da sentire appena si accende la radio e che ogni volta strappa un sorriso, quella che dopodomani ritroveremo nelle compilation revival di questo decennio.
Ce lo confermano due assurde e divertentissime cover.
La prima è opera di Steve Kado, già nei Barcelona Pavilion e collaboratore di Hidden Cameras. Cercatelo sotto lo pseudonimo The Blankket tra le uscite dell'etichetta Block Block Block, e non perdetevi questo delirio quasi in stile Tigerbeat6.
La seconda porta la firma dei The Fever, compagni di scuderia degli Elefant alla Kemado Records, ma decisamente più energici. Li avevamo già visti sulla compilation Yes New York dello scorso anno, e nel frattempo hanno suonato con nomi tipo Rapture e The Stills. Dal vivo si sono divertiti a rendere una versione di Hey Ya! che non dispiacerebbe nemmeno agli Strokes.
La vera canzone di queste vacanze per molti è stata Hey ya! degli Outkast: quella da suonare e ballare alla mezzanotte del 31 dicembre 2003, quella da sentire appena si accende la radio e che ogni volta strappa un sorriso, quella che dopodomani ritroveremo nelle compilation revival di questo decennio.
Ce lo confermano due assurde e divertentissime cover.
La prima è opera di Steve Kado, già nei Barcelona Pavilion e collaboratore di Hidden Cameras. Cercatelo sotto lo pseudonimo The Blankket tra le uscite dell'etichetta Block Block Block, e non perdetevi questo delirio quasi in stile Tigerbeat6.
La seconda porta la firma dei The Fever, compagni di scuderia degli Elefant alla Kemado Records, ma decisamente più energici. Li avevamo già visti sulla compilation Yes New York dello scorso anno, e nel frattempo hanno suonato con nomi tipo Rapture e The Stills. Dal vivo si sono divertiti a rendere una versione di Hey Ya! che non dispiacerebbe nemmeno agli Strokes.
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