Strange things will happen
Dal giorno in cui l'ipod in modalità casuale riproduceva 1995 mentre leggevo le ultime righe di Glamorama le cose hanno cominciato ad assumere uno strano aspetto.
Il sole bruciava ovunque e il feedback si mischiava alla risacca.
Lo smalto di mia sorella aveva cominciato a cambiare con il tempo come statuine di sale di cobalto.
Vecchietti abbronzati a bordo piscina fischiettavano con accento tedesco we have all the time, gli occhialini speedo sulla testa, dopo cento vasche a delfino.
Bambini sovrappeso fotografavano Licia Colò intenta a staccare la coda a lucertole sonnolente.
Alla piscina kneipp, nella parte a 18 gradi, a mezzogiorno, James Van Der Beek flirtava in romano con una tipa di un pallore quasi dark in canottiera nera e pareo batik.
Piccole farfalle bianche erano dappertutto.
Harry Potter and the philosopher's stone cambiava in chambers of secret, in prisoner of azkabar, tutte le volte che lo toglievo dalla borsa per cercare di leggerlo.
Al bar la menta diventava mojito solo toccandola e i limoni rotolavano nella piscina olimpionica, veloci al gesto del vento che soffia nella baia.
La Vita dopo Dio dissolveva al sole assumendo subito prima la consistenza del vinile scolpito in molteplici forme di tecnologia obsolescente.
In treno, la mia prenotazione ruotava sul biglietto come in una slot machine cosicchè dovevo continuamente cambiare di posto. E c'era esattamente quel freddo.
Ho detto a mia sorella di non preoccuparsi, che erano soltanto gli anni novanta che ritornavano con prepotenza, sfuocandoci la vista. Lei mi ha chiesto ridendo se ero di nuovo posseduta come quando avevo accusato il controllore di essere un impostore e mi ero fatta fare una multa vera in gesto di sfida. E che una volta a casa tutto sarebbe tornato come prima. Ogni cosa al suo posto.
Stamattina l'ho chiamata allarmata mentre era al lavoro - il mio fidanzato in mia assenza è diventato John Travolta.
Poteva andarmi peggio.
Dal giorno in cui l'ipod in modalità casuale riproduceva 1995 mentre leggevo le ultime righe di Glamorama le cose hanno cominciato ad assumere uno strano aspetto.
Il sole bruciava ovunque e il feedback si mischiava alla risacca.
Lo smalto di mia sorella aveva cominciato a cambiare con il tempo come statuine di sale di cobalto.
Vecchietti abbronzati a bordo piscina fischiettavano con accento tedesco we have all the time, gli occhialini speedo sulla testa, dopo cento vasche a delfino.
Bambini sovrappeso fotografavano Licia Colò intenta a staccare la coda a lucertole sonnolente.
Alla piscina kneipp, nella parte a 18 gradi, a mezzogiorno, James Van Der Beek flirtava in romano con una tipa di un pallore quasi dark in canottiera nera e pareo batik.
Piccole farfalle bianche erano dappertutto.
Harry Potter and the philosopher's stone cambiava in chambers of secret, in prisoner of azkabar, tutte le volte che lo toglievo dalla borsa per cercare di leggerlo.
Al bar la menta diventava mojito solo toccandola e i limoni rotolavano nella piscina olimpionica, veloci al gesto del vento che soffia nella baia.
La Vita dopo Dio dissolveva al sole assumendo subito prima la consistenza del vinile scolpito in molteplici forme di tecnologia obsolescente.
In treno, la mia prenotazione ruotava sul biglietto come in una slot machine cosicchè dovevo continuamente cambiare di posto. E c'era esattamente quel freddo.
Ho detto a mia sorella di non preoccuparsi, che erano soltanto gli anni novanta che ritornavano con prepotenza, sfuocandoci la vista. Lei mi ha chiesto ridendo se ero di nuovo posseduta come quando avevo accusato il controllore di essere un impostore e mi ero fatta fare una multa vera in gesto di sfida. E che una volta a casa tutto sarebbe tornato come prima. Ogni cosa al suo posto.
Stamattina l'ho chiamata allarmata mentre era al lavoro - il mio fidanzato in mia assenza è diventato John Travolta.
Poteva andarmi peggio.
Commenti
Posta un commento