Scusate, è solo l'autunno
- Ciao, ho ascoltato il disco di **** di cui parlano tutti.
- Mh... sentito anch'io... beh, non sempre all'altezza dell'hype.
- Sì, come un po' tutto ultimamente...
[attimo di silenzio]
- Direi, da quando ci sono i blog...
Qui una volta era tutto un parlare di musica, link, dischi, mp3.
Poi, col tempo, ognuno si è fatto il suo giro su internet, i feed, gli m-blog...
Avrebbe ancora senso segnalare qualcosa che conoscono già tutti? Avrebbe senso fare a gara per scoprire quello che non conosce nessuno? Oppure bisognerebbe produrre qualcosa di personale?
In questi giorni sento un po' di sfiducia e stanchezza intorno.
Del resto, questi sono i giorni della "vita bassa", come scrive Marco Lodoli, e basse sono le nostre aspettative, contrariamente alla nostra modestia.
Parliamo troppo, troppo a lungo, mentre l'entusiasmo dura sempre di meno (è tollerato sempre di meno). Di solito basta che ricordi a noi e agli altri quello provato più di dieci anni fa.
Non capiamo più niente di noi stessi attraverso la musica: ci basta capire dentro quale parte della musica che abbiamo già conosciuto infilare un disco. Poi passare a quello successivo.
A cicli regolari ricado dentro questo umore, non fateci caso.
Stavo cercando quel passo di Douglas Coupland (da La vita dopo Dio) dove dice che i ricordi dopo i trent'anni sono come acqua che trabocca da un bicchiere già pieno, ma credo d'averlo già ricopiato qui gli anni scorsi.
- Ciao, ho ascoltato il disco di **** di cui parlano tutti.
- Mh... sentito anch'io... beh, non sempre all'altezza dell'hype.
- Sì, come un po' tutto ultimamente...
[attimo di silenzio]
- Direi, da quando ci sono i blog...
Qui una volta era tutto un parlare di musica, link, dischi, mp3.
Poi, col tempo, ognuno si è fatto il suo giro su internet, i feed, gli m-blog...
Avrebbe ancora senso segnalare qualcosa che conoscono già tutti? Avrebbe senso fare a gara per scoprire quello che non conosce nessuno? Oppure bisognerebbe produrre qualcosa di personale?
In questi giorni sento un po' di sfiducia e stanchezza intorno.
Del resto, questi sono i giorni della "vita bassa", come scrive Marco Lodoli, e basse sono le nostre aspettative, contrariamente alla nostra modestia.
Parliamo troppo, troppo a lungo, mentre l'entusiasmo dura sempre di meno (è tollerato sempre di meno). Di solito basta che ricordi a noi e agli altri quello provato più di dieci anni fa.
Non capiamo più niente di noi stessi attraverso la musica: ci basta capire dentro quale parte della musica che abbiamo già conosciuto infilare un disco. Poi passare a quello successivo.
A cicli regolari ricado dentro questo umore, non fateci caso.
Stavo cercando quel passo di Douglas Coupland (da La vita dopo Dio) dove dice che i ricordi dopo i trent'anni sono come acqua che trabocca da un bicchiere già pieno, ma credo d'averlo già ricopiato qui gli anni scorsi.
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