Helsinki, Australia
Per caso, vi abbiamo già detto che l'Australia sarà the place to be nel 2005? Alcuni segnali si potevano avvertire già quest'anno, bastava prestare maggiore attenzione.
Uno di questi, per esempio, era certamente l'album di debutto degli Architecture In Helsinki, che a dispetto del nome provengono dai sobborghi di Melbourne, e per la precisione dalla cittadina di Fitzroy.
Il disco, intitolato Fingers Crossed, è la cosa più sfuggente che si possa ascoltare in materia di pop. Nenie che ricordano certi quadretti di Aphex Twin accanto ad aperte melodie in stile Bacharach, clap hands di puro twee e glitch freschi d'Islanda, voci femminili degne di qualche amica carina che vi è stata presentata da Isobel Campbel e sguaiati cori di bambini come in un sogno di Brian Wilson.
Trombe, tromboni, campanelli, drumbeats interrotti, arpeggi di chitarra delicati, qualcosa che arriva, suona e se ne va. Non mancano il Giappone, gli Anni Ottanta e il futuro.
Fingers Crossed affascina come se fosse sperimentale, coinvolge come il migliore indiepop e non vi fa mancare la vostra dose di malinconia.
Ascoltate The howls go.
Per caso, vi abbiamo già detto che l'Australia sarà the place to be nel 2005? Alcuni segnali si potevano avvertire già quest'anno, bastava prestare maggiore attenzione.
Uno di questi, per esempio, era certamente l'album di debutto degli Architecture In Helsinki, che a dispetto del nome provengono dai sobborghi di Melbourne, e per la precisione dalla cittadina di Fitzroy.
Il disco, intitolato Fingers Crossed, è la cosa più sfuggente che si possa ascoltare in materia di pop. Nenie che ricordano certi quadretti di Aphex Twin accanto ad aperte melodie in stile Bacharach, clap hands di puro twee e glitch freschi d'Islanda, voci femminili degne di qualche amica carina che vi è stata presentata da Isobel Campbel e sguaiati cori di bambini come in un sogno di Brian Wilson.
Trombe, tromboni, campanelli, drumbeats interrotti, arpeggi di chitarra delicati, qualcosa che arriva, suona e se ne va. Non mancano il Giappone, gli Anni Ottanta e il futuro.
Fingers Crossed affascina come se fosse sperimentale, coinvolge come il migliore indiepop e non vi fa mancare la vostra dose di malinconia.
Ascoltate The howls go.
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