Settlefish live al Covo, 18 marzo 2005

Non è stato soltanto un concerto, e non è stata soltanto una festa. Bastava guardare le facce e i sorrisi della gente mentre si accendevano i neon e il Covo chiudeva esausto. Eravamo già dalle parti del leggendario.
Come promesso, i Settlefish hanno suonato per intero il nuovo The plural of the choir, dalla prima all'ultima canzone (più Breeze come bis, unica traccia sopravvisuta dal precedente album) ed è stata una mattanza.
Highlights personali della serata:
quando su Oh Well si stacca il microfono e si sente comunque la voce di Jonathan Clancy;
guardare da sopra una cassa in fondo alla sala le prime file ballare quando parte il coro di Barnacle Beach;
il gran finale con Jukka Reverberi (Giardini di Mirò) sul palco e tre chitarre puntate sul pubblico a saturare tutto;
mezz'ora per decidere la maglietta da comprare;
Arturo Compagnoni che sale al mixer e ci resta per tre ore, e per tre ore noi balliamo, fino a Teenage Caveman e gli Arcade Fire a luci accese;
Jonathan che traduce in inglese agli Hot Club De Paris (la band di Liverpool che apriva la serata) quello che io avevo già detto in inglese;
ripetere a Mr. Unhip che praticamente tutti quelli che non si trovavano in un altro emisfero erano lì al Covo quella sera e finalmente strappargli un mezzo cenno di soddisfazione e subito dopo un "vado a prendere un'altra birretta".
Chi c'era, aggiunga le proprie.

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