"Everybody wants to be a DJ"
Le sere che sbagli qualcosa sono anche le sere in cui impari qualcosa.
Per esempio, se non c'è pubblico da concerto (e ieri sera al Covo decisamente non c'era) è inutile cercare di riempire la pista con Pavement e Pixies come fai di solito. La gente che arriva dopo l'una è li per ballare Hey Ya, i Clash o al massimo Song 2 (dopo essere stata trascinata dentro dall'immancabile Just can't get enough lanciata da Mr. Unhip).
Chi ti viene a chiedere canzoni va trattato con gentilezza, dal primo all'ultimo (se è gentile a sua volta). Appena ti distrai o fai il figo e dici "sì sì, scusa, adesso devo cambiare il pezzo" ecco che sbagli traccia e ti parte un lento di Postal Service. La gente in pista si sparpaglia come palline di mercurio negli angoli della stanza. Il tipo che ti era venuto a chiedere per la terza volta gli Arcade Fire è ancora lì che ti sorride.
Il dj di un locale indie rock, rispetto al suo collega da club, ha la fortuna di non dovere sbattersi più di tanto sulla tecnica del missaggio. Ma l'importanza dell'accostamento dei pezzi è forse ancora superiore, perché il rapporto che il suo pubblico ha con ogni singola canzone è molto più complicato di quello del frequentatore della discoteca. Una settimana c'è addirittura chi applaude se metti Friday I'm in love, quella dopo sembra che i Cure non li conosca nessuno.
Gli Strokes sono quasi sempre una garanzia, bonus per i momenti difficili, e lo stesso pare anche Mr. Brightside dei Killers (i Bravery abbastanza no). Gli Yuppie Flu da queste parti sono una specialità della casa. Gli Smiths piacciono di più alle ragazze, che quindi poi si tirano in pista i ragazzi. Non trovare i Nirvana in certi momenti è un reato. Love Will Tear Us Apart non morirà mai. Il consueto finale con i Velvet Underground a luci accese ormai lo cantano tutti.
Venerdì prossimo metterò i dischi per l'ultima volta questa stagione, proprio dopo il concerto di Nouvelle Vague. Sarò all'altezza della festa? Avrò imparato qualcosa per allora? Per fortuna qui c'è sempre Mr. Unhip in versione Mr. Wolf...
Le sere che sbagli qualcosa sono anche le sere in cui impari qualcosa.
Per esempio, se non c'è pubblico da concerto (e ieri sera al Covo decisamente non c'era) è inutile cercare di riempire la pista con Pavement e Pixies come fai di solito. La gente che arriva dopo l'una è li per ballare Hey Ya, i Clash o al massimo Song 2 (dopo essere stata trascinata dentro dall'immancabile Just can't get enough lanciata da Mr. Unhip).
Chi ti viene a chiedere canzoni va trattato con gentilezza, dal primo all'ultimo (se è gentile a sua volta). Appena ti distrai o fai il figo e dici "sì sì, scusa, adesso devo cambiare il pezzo" ecco che sbagli traccia e ti parte un lento di Postal Service. La gente in pista si sparpaglia come palline di mercurio negli angoli della stanza. Il tipo che ti era venuto a chiedere per la terza volta gli Arcade Fire è ancora lì che ti sorride.
Il dj di un locale indie rock, rispetto al suo collega da club, ha la fortuna di non dovere sbattersi più di tanto sulla tecnica del missaggio. Ma l'importanza dell'accostamento dei pezzi è forse ancora superiore, perché il rapporto che il suo pubblico ha con ogni singola canzone è molto più complicato di quello del frequentatore della discoteca. Una settimana c'è addirittura chi applaude se metti Friday I'm in love, quella dopo sembra che i Cure non li conosca nessuno.
Gli Strokes sono quasi sempre una garanzia, bonus per i momenti difficili, e lo stesso pare anche Mr. Brightside dei Killers (i Bravery abbastanza no). Gli Yuppie Flu da queste parti sono una specialità della casa. Gli Smiths piacciono di più alle ragazze, che quindi poi si tirano in pista i ragazzi. Non trovare i Nirvana in certi momenti è un reato. Love Will Tear Us Apart non morirà mai. Il consueto finale con i Velvet Underground a luci accese ormai lo cantano tutti.
Venerdì prossimo metterò i dischi per l'ultima volta questa stagione, proprio dopo il concerto di Nouvelle Vague. Sarò all'altezza della festa? Avrò imparato qualcosa per allora? Per fortuna qui c'è sempre Mr. Unhip in versione Mr. Wolf...
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