If you're looking for me
Ho la sensazione che tra oggi e domani almeno un paio di trasmissioni radiofoniche qui in città cominceranno con la canzone The Fists In The Pocket, traccia che apre il nuovo album di Comet Gain, City Fallen Leaves.
Una canzone talmente piena di grinta da fregarsene di buttare via un ritornello dal gancio perfetto dentro tre minuti pestati e rabbiosi.
Ieri c'è stato un intenso scambio di mail tra i soliti che qua potete immaginare persi dietro a questa roba, e mi piace tenerne memoria. I blog servono a questo. Le recensioni competenti le troverete altrove, se qualcuno avrà ancora il coraggio di prestare orecchio al mondo so passé di David Feck.
«... sto ascoltando il nuovo Comet Gain, non sono neanche a metà e sono commosso. Ci sono già almeno tre dozzine di nuovi proclami da spillette...»
«... Come ogni parola scritta dal Comet Gain, del resto. L'altro giorno rileggevo le frasi stampate dietro al vinile del primo disco e al 45 giri di Strenght. Roba bellissima, e soprattutto roba semplicissima. Che poi è anche la stessa considerazione che mi veniva ieri pomeriggio mentre ascoltavo il disco nuovo in macchina per la prima volta. Con quei giri della prima canzone e quelle parole, pugni in tasca e spiagge inglesi.
Bello e commovente per la sua estrema semplicità nel toccare esattamente quelle note, quegli argomenti e quell'immaginario che tanto ci piacciono. Uno di quei dischi che certa gente non potrebbe mai capire. Per fortuna».
«... Uno di quei dischi che non ti fanno sentire la neve che in questo momento sta venendo giù, uno di quei dischi che ti fanno venire voglia di abbracciare qualcuno mentre gliene parli, uno di quei dischi che avrebbe potuto uscire dieci o venti anni fa e ti avrebbe fatto lo stesso effetto allora e oggi, uno di quei dischi che ti fa sentire che da qualche parte, tra quelle parole scritte a pennarello e i ritagli di fotocopie in bianco e nero di facce di attori dimenticati, hai un posto anche tu».
«... Hai visto? Sono ringraziati anche "the kids from Bologna": suppongo non si riferisca a quegli sbronzi che alle cinque di mattina non lo lasciavano andare via dal Covo :)) ...»
«... "and mix tapes are memories for unseen historys /and mix tapes have memories of all our misterys / what means the most to you / it means so much to me! / [...] we found a sound in the underground / we felt so proud to be undeground / we felt so proud... and something is missing / and something is gone"... Qualcuno dovrebbe ricopiare tutto il testo di The Ballad Of A Mixtape...»
«... Non finiranno mai in nessuna classifica di fine anno, è tutto così imperfetto, non ce la faranno mai a fare un disco senza sbagliare qualcosa (ma è sbagliato per eccesso - per eccessivo amore), ma è anche tutto così perfetto, nelle sue righe verticali e nei suoi font typewriter, e nelle sue citazioni cinematografiche di terza mano, e ti prende alle gambe, alle spalle, sono le cose che ti fanno alzare in piedi di forza, devi scuoterti, ti viene voglia di perdere tempo a spiegarlo agli altri (quella cosa che dicevamo ieri delle fanzine), ti viene voglia di sapere cosa c'è per strada, di uscire subito...»
Ho la sensazione che tra oggi e domani almeno un paio di trasmissioni radiofoniche qui in città cominceranno con la canzone The Fists In The Pocket, traccia che apre il nuovo album di Comet Gain, City Fallen Leaves.
Una canzone talmente piena di grinta da fregarsene di buttare via un ritornello dal gancio perfetto dentro tre minuti pestati e rabbiosi.
Ieri c'è stato un intenso scambio di mail tra i soliti che qua potete immaginare persi dietro a questa roba, e mi piace tenerne memoria. I blog servono a questo. Le recensioni competenti le troverete altrove, se qualcuno avrà ancora il coraggio di prestare orecchio al mondo so passé di David Feck.
«... sto ascoltando il nuovo Comet Gain, non sono neanche a metà e sono commosso. Ci sono già almeno tre dozzine di nuovi proclami da spillette...»
«... Come ogni parola scritta dal Comet Gain, del resto. L'altro giorno rileggevo le frasi stampate dietro al vinile del primo disco e al 45 giri di Strenght. Roba bellissima, e soprattutto roba semplicissima. Che poi è anche la stessa considerazione che mi veniva ieri pomeriggio mentre ascoltavo il disco nuovo in macchina per la prima volta. Con quei giri della prima canzone e quelle parole, pugni in tasca e spiagge inglesi.
Bello e commovente per la sua estrema semplicità nel toccare esattamente quelle note, quegli argomenti e quell'immaginario che tanto ci piacciono. Uno di quei dischi che certa gente non potrebbe mai capire. Per fortuna».
«... Uno di quei dischi che non ti fanno sentire la neve che in questo momento sta venendo giù, uno di quei dischi che ti fanno venire voglia di abbracciare qualcuno mentre gliene parli, uno di quei dischi che avrebbe potuto uscire dieci o venti anni fa e ti avrebbe fatto lo stesso effetto allora e oggi, uno di quei dischi che ti fa sentire che da qualche parte, tra quelle parole scritte a pennarello e i ritagli di fotocopie in bianco e nero di facce di attori dimenticati, hai un posto anche tu».
«... Hai visto? Sono ringraziati anche "the kids from Bologna": suppongo non si riferisca a quegli sbronzi che alle cinque di mattina non lo lasciavano andare via dal Covo :)) ...»
«... "and mix tapes are memories for unseen historys /and mix tapes have memories of all our misterys / what means the most to you / it means so much to me! / [...] we found a sound in the underground / we felt so proud to be undeground / we felt so proud... and something is missing / and something is gone"... Qualcuno dovrebbe ricopiare tutto il testo di The Ballad Of A Mixtape...»
«... Non finiranno mai in nessuna classifica di fine anno, è tutto così imperfetto, non ce la faranno mai a fare un disco senza sbagliare qualcosa (ma è sbagliato per eccesso - per eccessivo amore), ma è anche tutto così perfetto, nelle sue righe verticali e nei suoi font typewriter, e nelle sue citazioni cinematografiche di terza mano, e ti prende alle gambe, alle spalle, sono le cose che ti fanno alzare in piedi di forza, devi scuoterti, ti viene voglia di perdere tempo a spiegarlo agli altri (quella cosa che dicevamo ieri delle fanzine), ti viene voglia di sapere cosa c'è per strada, di uscire subito...»
Commenti
Posta un commento