Più tardi, al buio
e domani sera in radio, my sweet
Qualcuno potrebbe sostenere, con un po' di malignità, che quando i Julie's Haircut suonavano cose più orientate al pop venivano apprezzati da un underground feticista, e ora che invece hanno realizzato un disco del tutto libero, personale, oscuro e non proprio facile, riscuotono consensi più ampi, anche da parte di una certa critica mainstream, mentre i duri&puri non sembrano apprezzare.
Da queste parti però non si è usi alle malignità, e perciò si rimette dall'inizio questo After Dark, My Sweet, quarto album della band modenese, e ci si applica all'ascolto. Anche perché quasi un'ora di musica distribuita su undici tracce richiede pazienza e dedizione.
Per prima cosa non mi sembra così vero come ho letto che la melodia sia stata abbandonata del tutto. Anche senza contare la trascinante Afterdark, la canzone che forse si avvicina di più al passato rock dei Julie's, in After Dark, My Sweet le melodie scivolano su tappeti sonori solo all'apparenza statici, si muovono di soppiatto, nell'ombra come in Death Machine, o tra nubi spesse, come in Ingrid Thulin, o lungo veloci autostrade tedesche, come in Satan Eats Seitan.
Noto di passaggio che le voci compaiono solo in quattro brani (più in Purple Jewel, in cui la voce di Laura è utilizzata quasi fosse uno degli altri strumenti) e questo può forse contribuire a un'immagine di "disco non facile", ma alla fine arriva Pistils e tutto si illumina di colori acidi accesi.
C'è poi la questione del modo in cui il disco è stato composto, con lunghe sessioni di improvvisazione e tagli e montaggi successivi, una tecnica cinematografica che si adatta bene alle musiche di Afater Dark, My Sweet (il cui titolo stesso rimanda a un film).
Siccome di cinema ne so ancora meno che di musica, mi fido di quello che racconta la band (che in questo processo si è avvalsa anche dell'aiuto di Sonic Boom).
Mi viene in mente però che in questo modo potrebbero esistere infinte versioni delle stesse canzoni, e forse l'apertura totale della musica era quello che cercavano i Julie's a questo punto del loro percorso.
E ascoltando il loro ultimo lavoro bisogna ammettere che l'hanno davvero trovata.
> bonus track: I Julie's Haircut saranno nostri ospiti domani sera in radio e ci sarà anche Arturo Compagnoni (trovate qui lo streaming e qui il podcast). Presenteremo assieme il nuovo disco, brinderemo, loro suoneranno qualcosa dal vivo e mi insegneranno i fondamenti della musica pischedelica.
Il favore sarà poi ricambiato sabato sera, quando Losing My Badge #5 avrà l'onore di seguire il loro concerto - release party di After Dark, My Sweet al Covo di Viale Zagabria 1, Bologna.
e domani sera in radio, my sweet
Qualcuno potrebbe sostenere, con un po' di malignità, che quando i Julie's Haircut suonavano cose più orientate al pop venivano apprezzati da un underground feticista, e ora che invece hanno realizzato un disco del tutto libero, personale, oscuro e non proprio facile, riscuotono consensi più ampi, anche da parte di una certa critica mainstream, mentre i duri&puri non sembrano apprezzare.
Da queste parti però non si è usi alle malignità, e perciò si rimette dall'inizio questo After Dark, My Sweet, quarto album della band modenese, e ci si applica all'ascolto. Anche perché quasi un'ora di musica distribuita su undici tracce richiede pazienza e dedizione.
Per prima cosa non mi sembra così vero come ho letto che la melodia sia stata abbandonata del tutto. Anche senza contare la trascinante Afterdark, la canzone che forse si avvicina di più al passato rock dei Julie's, in After Dark, My Sweet le melodie scivolano su tappeti sonori solo all'apparenza statici, si muovono di soppiatto, nell'ombra come in Death Machine, o tra nubi spesse, come in Ingrid Thulin, o lungo veloci autostrade tedesche, come in Satan Eats Seitan.
Noto di passaggio che le voci compaiono solo in quattro brani (più in Purple Jewel, in cui la voce di Laura è utilizzata quasi fosse uno degli altri strumenti) e questo può forse contribuire a un'immagine di "disco non facile", ma alla fine arriva Pistils e tutto si illumina di colori acidi accesi.
C'è poi la questione del modo in cui il disco è stato composto, con lunghe sessioni di improvvisazione e tagli e montaggi successivi, una tecnica cinematografica che si adatta bene alle musiche di Afater Dark, My Sweet (il cui titolo stesso rimanda a un film).
Siccome di cinema ne so ancora meno che di musica, mi fido di quello che racconta la band (che in questo processo si è avvalsa anche dell'aiuto di Sonic Boom).
Mi viene in mente però che in questo modo potrebbero esistere infinte versioni delle stesse canzoni, e forse l'apertura totale della musica era quello che cercavano i Julie's a questo punto del loro percorso.
E ascoltando il loro ultimo lavoro bisogna ammettere che l'hanno davvero trovata.
> bonus track: I Julie's Haircut saranno nostri ospiti domani sera in radio e ci sarà anche Arturo Compagnoni (trovate qui lo streaming e qui il podcast). Presenteremo assieme il nuovo disco, brinderemo, loro suoneranno qualcosa dal vivo e mi insegneranno i fondamenti della musica pischedelica.
Il favore sarà poi ricambiato sabato sera, quando Losing My Badge #5 avrà l'onore di seguire il loro concerto - release party di After Dark, My Sweet al Covo di Viale Zagabria 1, Bologna.
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