Musica per la mezza stagione
Due dischi per certi versi affini nelle origini e negli intenti mi hanno accompagnato verso questa primavera, ma sento che ne resteranno fuori, fermandosi un passo prima di giornate calde e piene come quella che abbiamo avuto qui oggi. Eppure, nella loro morbidezza da coperta di Linus, non si meriterebbero che li dimenticassi.
- The Embassy - Tacking - (Service, 2005)
La prima volta che ho sentito nominare gli Embassy è stato da Johan dei Radio Dept., nella primavera di due anni fa. Durante il viaggio in furgone verso Roma ci regalò il loro album di debutto Futile Crimes, parlandocene a lungo e spiegandoci che erano il suo gruppo preferito. Ammetto di non avere capito niente all'epoca e invece, vedendo la direzione che ha preso in seguito il piccolo gruppo di Malmo, si poteva già intuire qualcosa.
Gli Embassy sono un duo proveniente da Goteborg e suonano pop come se il pop l'avessero inventato i Pet Shop Boys. La loro elettronica soft mescola bene anche elementi acustici, e in canzoni come Information o Stage Persona tutto procede piacevole e comodo, come se gli Anni Novanta dovessero ancora arrivare. In altri momenti (Lurking With a Distance) inseguono un synth pop più diretto e danzereccio, con un impiego di certi campionamenti da scuole medie. La voce sempre molto pulita, quasi alla New Order, risolve ogni situazione. Chitarra, vibrafoni e percussioni ingentiliscono l'ostinata ricerca di suoni "di plastica" da parte degli Embassy. Il fatto che escano su Service, già casa di Jens Lekman, dovrebbe essere una garanzia.
>>> Il primo mp3 che ho trovato: It Pays To Belong (ma ascolta anche il mash-up con The Knife: Some Neverland) <<<
- Most Valuable Players - You In Honey - (Friendly Noise, 2006)
Un passo in avanti lo facciamo con questo quartetto proveniente da Nacka, cittadina alle porte di Stoccolma, il quale si era già fatto conoscere l'anno scorso per il singoletto tutto cori e marcette di fiati Stockholm Doesn't Belong To Me, in grado di mischiare malinconia e melodia a presa rapida.
Ora i Most Valuable Players arrivano al debutto sulla lunga distanza e mostrano di avere in realtà un guardaroba ben più ricco. Pop eletronico che pur muovendo apertamente dai New Order sa transitare anche per stanze più acid(e) di vecchia memoria (l'attacco in stile Detroit-bignami di Guess My Name), derive ambientali perfette per disgeli nordici (A Kiss On The Lip, o l'acustica Most Valuable Players Vs. The Technology oppure il magico finale con Music Breaks Where No Sun Shines), piccole ballate per abbracciarsi la domenica mattina (Snow In May), canzoni adatte a un pronipote di Morrissey abbandonato su una stazione spaziale (Marco Polo).
Alla lunga risultano micidiali se state tentando di mantenere una parvenza sociale di buonumore, ma se cercate un buon disco per questa mezza stagione io lo consiglierei.
>>> Da ascoltare: Stockholm Doesn't Belong To Me (ma sul sito del distributore americano trovate un altro paio di mp3 interessanti) <<<
Due dischi per certi versi affini nelle origini e negli intenti mi hanno accompagnato verso questa primavera, ma sento che ne resteranno fuori, fermandosi un passo prima di giornate calde e piene come quella che abbiamo avuto qui oggi. Eppure, nella loro morbidezza da coperta di Linus, non si meriterebbero che li dimenticassi.
- The Embassy - Tacking - (Service, 2005)
La prima volta che ho sentito nominare gli Embassy è stato da Johan dei Radio Dept., nella primavera di due anni fa. Durante il viaggio in furgone verso Roma ci regalò il loro album di debutto Futile Crimes, parlandocene a lungo e spiegandoci che erano il suo gruppo preferito. Ammetto di non avere capito niente all'epoca e invece, vedendo la direzione che ha preso in seguito il piccolo gruppo di Malmo, si poteva già intuire qualcosa.
Gli Embassy sono un duo proveniente da Goteborg e suonano pop come se il pop l'avessero inventato i Pet Shop Boys. La loro elettronica soft mescola bene anche elementi acustici, e in canzoni come Information o Stage Persona tutto procede piacevole e comodo, come se gli Anni Novanta dovessero ancora arrivare. In altri momenti (Lurking With a Distance) inseguono un synth pop più diretto e danzereccio, con un impiego di certi campionamenti da scuole medie. La voce sempre molto pulita, quasi alla New Order, risolve ogni situazione. Chitarra, vibrafoni e percussioni ingentiliscono l'ostinata ricerca di suoni "di plastica" da parte degli Embassy. Il fatto che escano su Service, già casa di Jens Lekman, dovrebbe essere una garanzia.
>>> Il primo mp3 che ho trovato: It Pays To Belong (ma ascolta anche il mash-up con The Knife: Some Neverland) <<<
- Most Valuable Players - You In Honey - (Friendly Noise, 2006)
Un passo in avanti lo facciamo con questo quartetto proveniente da Nacka, cittadina alle porte di Stoccolma, il quale si era già fatto conoscere l'anno scorso per il singoletto tutto cori e marcette di fiati Stockholm Doesn't Belong To Me, in grado di mischiare malinconia e melodia a presa rapida.
Ora i Most Valuable Players arrivano al debutto sulla lunga distanza e mostrano di avere in realtà un guardaroba ben più ricco. Pop eletronico che pur muovendo apertamente dai New Order sa transitare anche per stanze più acid(e) di vecchia memoria (l'attacco in stile Detroit-bignami di Guess My Name), derive ambientali perfette per disgeli nordici (A Kiss On The Lip, o l'acustica Most Valuable Players Vs. The Technology oppure il magico finale con Music Breaks Where No Sun Shines), piccole ballate per abbracciarsi la domenica mattina (Snow In May), canzoni adatte a un pronipote di Morrissey abbandonato su una stazione spaziale (Marco Polo).
Alla lunga risultano micidiali se state tentando di mantenere una parvenza sociale di buonumore, ma se cercate un buon disco per questa mezza stagione io lo consiglierei.
>>> Da ascoltare: Stockholm Doesn't Belong To Me (ma sul sito del distributore americano trovate un altro paio di mp3 interessanti) <<<
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