Pump Up The Volume
If You Ever Need A Stranger to Sing At Your Wedding
Andare a mettere i dischi a una festa di Piddu (l'uomo che ha fatto conoscere al mondo Santos, tanto per dirne una) sarà la cosa più simile all'andare a vendere frigoriferi al Polo Nord che mi capiterà nella vita. Per la precisione, venderli porta a porta.
È probabile che gli invitati abbiano qualche decina di pagine di discografia su Google, siano stati tra i fondatori di club e serate fondamentali per la scena dance internazionale negli ultimi due decenni, e che la festa cada in un day off di un loro tour mondiale.
Ma quella di domani non sarà una festa come le altre. Perché Piddu non è una persona come le altre.
I was there quando Piddu bambino comprava dischi ancora prima di possedere un giradischi sul quale ascoltarli (per la cronaca: erano gli album dei Kiss). I was there quando c'era da mettere da parte la paghetta per comprare in società il primo Sigue Sigue Sputnik (un vinile che si apriva come la scatola di un robot giapponese). I was there la prima volta che Piddu ascoltò Pump Up The Volume e Beat Dis. I was there quando "Benvenuti e buonasera" apriva le danze ogni due sabati. I was there quando ci inventammo gli after-hours DIY (suonare dischi a casa sua alle sei di mattina e poi vendere a scuola le cassettine delle registrazioni dal vivo). I was there quando, con un mixer e due puntine, Piddu spiegava che stavano per arrivare la gabber, la jungle, il big beat, la goa, il trip hop, l'electro, il breakbeat e ancora avanti, avanti...
Ma quella di domani non sarà una festa come le altre. E sarebbe troppo facile adesso usare qualche metafora sul missaggio, con le due canzoni che diventano una cosa sola, il ritmo che si fonde e si trova l'armonia, per un matrimonio come questo.
Io sarò là, non solo perché Piddu ha richiesto un set "1988-1992" (suggerimenti are welcome) e io sono stato così folle da accettare con una risata, ma perché Piddu è il mio dj preferito al mondo, lo seguo da quando avevo, uhm, diciamo quattro anni, ha sempre saputo quale era il beat giusto e questo sarà il suo live act più bello.
Per Piddu e Emanuela, alzate il volume e i calici.
If You Ever Need A Stranger to Sing At Your Wedding
Andare a mettere i dischi a una festa di Piddu (l'uomo che ha fatto conoscere al mondo Santos, tanto per dirne una) sarà la cosa più simile all'andare a vendere frigoriferi al Polo Nord che mi capiterà nella vita. Per la precisione, venderli porta a porta.
È probabile che gli invitati abbiano qualche decina di pagine di discografia su Google, siano stati tra i fondatori di club e serate fondamentali per la scena dance internazionale negli ultimi due decenni, e che la festa cada in un day off di un loro tour mondiale.
Ma quella di domani non sarà una festa come le altre. Perché Piddu non è una persona come le altre.
I was there quando Piddu bambino comprava dischi ancora prima di possedere un giradischi sul quale ascoltarli (per la cronaca: erano gli album dei Kiss). I was there quando c'era da mettere da parte la paghetta per comprare in società il primo Sigue Sigue Sputnik (un vinile che si apriva come la scatola di un robot giapponese). I was there la prima volta che Piddu ascoltò Pump Up The Volume e Beat Dis. I was there quando "Benvenuti e buonasera" apriva le danze ogni due sabati. I was there quando ci inventammo gli after-hours DIY (suonare dischi a casa sua alle sei di mattina e poi vendere a scuola le cassettine delle registrazioni dal vivo). I was there quando, con un mixer e due puntine, Piddu spiegava che stavano per arrivare la gabber, la jungle, il big beat, la goa, il trip hop, l'electro, il breakbeat e ancora avanti, avanti...
Ma quella di domani non sarà una festa come le altre. E sarebbe troppo facile adesso usare qualche metafora sul missaggio, con le due canzoni che diventano una cosa sola, il ritmo che si fonde e si trova l'armonia, per un matrimonio come questo.
Io sarò là, non solo perché Piddu ha richiesto un set "1988-1992" (suggerimenti are welcome) e io sono stato così folle da accettare con una risata, ma perché Piddu è il mio dj preferito al mondo, lo seguo da quando avevo, uhm, diciamo quattro anni, ha sempre saputo quale era il beat giusto e questo sarà il suo live act più bello.
Per Piddu e Emanuela, alzate il volume e i calici.
Commenti
Posta un commento