With all your power
The Flaming Lips live @ Ferrara Sotto Le Stelle, 1/7/2006Rispetto al concerto di qualche anno fa a Rimini, e nonostante un nuovo album in più (accolto in maniera piuttosto varia), lo spettacolo dei Flaming Lips dal vivo non è mutato di molto. Del resto, quando si crea una festa perfetta, un miracolo pirotecnico di queste proporzioni, che senso ha cambiare? La stessa prospettiva temporale, secondo cui un prima si evolve in un dopo, ormai a questi veterani deve apparire quanto meno ristretta.
Sabato a Ferrara il gruppo si aggirava sul palco ben prima dell'inizio del concerto, e si intravedevano già i costumi delle comparse. Sembravano tutti molto rilassati, non c'erano sorprese, e noi sapevamo cosa aspettarci da mesi, video e mp3 inclusi.
Eppure, quando il pubblico ha smesso di giocare a biglie con la sfera calata dallo spazio che trasportava Wayne Coyne, e il fuoco d'artificio musicale si è messo in moto con Race For The Prize, ancora una volta la realtà ha fatto un salto e il cuore mi è balzato in gola.
L'attacco di concerto perfetto, la mirror ball, le luci in faccia e una pioggia di coriandoli. I sorrisi in tutta la piazza. A quel punto eravamo già prigionieri, avvolti di stelle filanti come a un party di Love Boat. I Flaming Lips potevano fare di noi quello che volevano, anche farci credere ai Babbi Natale sconvolti alla loro destra, o alle discinte marziane alla loro sinistra, o che tutti i roadie sono supereroi Marvel e che la fotografa Wonder Woman è una vecchia compagna d'università, ancora all'altezza dei miei ricordi manga.
Succedono troppe cose a un concerto dei Flaming Lips, è davvero un circo a tre piste. Non sai più dove guardare, sei avvolto dai fumi, dalle luci, da gente che si diverte e ti dimentichi quale canzone stai cantando. In mancanza di meglio, tieni il tempo con le mani e balli.
Le poche canzoni nuove si sono amalgamate a meraviglia nella scaletta, tutti sappiamo fare il coro Yeah Yeah Yeah, la ragazza continua a spalmare vasellina sui toast, e i video non sono stati cambiati troppo, Teletubbies inclusi. Do You Realize dal vivo è ancora la cosa più simile a uno stupefacente che abbia mai provato. Personalmente ho sentito la mancanza soltanto di Suddenly Everything Has Changed e del sangue finto sulla camicia, ma sono dettagli secondari quando il tuo cuore sta galleggiando nel cielo pieno di palloncini e cartoncini colorati, molti metri sopra il caro vecchio Castello.
E dopo l'ultimo bis dedicato a Bush, quella che mi hanno detto essere una cover di War Pigs dei Black Sabbath, dopo che il palco dei Flaming Lips è atterrato di nuovo sul pianeta Terra, la sensazione che rimane assomiglia a una consegna, l'incarico di custodire a lungo per queste strade il sorriso di un luogo dove avresti voluto restare ancora per molto tempo.
(photo courtesy of EhiUomo!, altre parole e link chez Ink)
The Flaming Lips live @ Ferrara Sotto Le Stelle, 1/7/2006Rispetto al concerto di qualche anno fa a Rimini, e nonostante un nuovo album in più (accolto in maniera piuttosto varia), lo spettacolo dei Flaming Lips dal vivo non è mutato di molto. Del resto, quando si crea una festa perfetta, un miracolo pirotecnico di queste proporzioni, che senso ha cambiare? La stessa prospettiva temporale, secondo cui un prima si evolve in un dopo, ormai a questi veterani deve apparire quanto meno ristretta.
Sabato a Ferrara il gruppo si aggirava sul palco ben prima dell'inizio del concerto, e si intravedevano già i costumi delle comparse. Sembravano tutti molto rilassati, non c'erano sorprese, e noi sapevamo cosa aspettarci da mesi, video e mp3 inclusi.
Eppure, quando il pubblico ha smesso di giocare a biglie con la sfera calata dallo spazio che trasportava Wayne Coyne, e il fuoco d'artificio musicale si è messo in moto con Race For The Prize, ancora una volta la realtà ha fatto un salto e il cuore mi è balzato in gola.
L'attacco di concerto perfetto, la mirror ball, le luci in faccia e una pioggia di coriandoli. I sorrisi in tutta la piazza. A quel punto eravamo già prigionieri, avvolti di stelle filanti come a un party di Love Boat. I Flaming Lips potevano fare di noi quello che volevano, anche farci credere ai Babbi Natale sconvolti alla loro destra, o alle discinte marziane alla loro sinistra, o che tutti i roadie sono supereroi Marvel e che la fotografa Wonder Woman è una vecchia compagna d'università, ancora all'altezza dei miei ricordi manga.
Succedono troppe cose a un concerto dei Flaming Lips, è davvero un circo a tre piste. Non sai più dove guardare, sei avvolto dai fumi, dalle luci, da gente che si diverte e ti dimentichi quale canzone stai cantando. In mancanza di meglio, tieni il tempo con le mani e balli.
Le poche canzoni nuove si sono amalgamate a meraviglia nella scaletta, tutti sappiamo fare il coro Yeah Yeah Yeah, la ragazza continua a spalmare vasellina sui toast, e i video non sono stati cambiati troppo, Teletubbies inclusi. Do You Realize dal vivo è ancora la cosa più simile a uno stupefacente che abbia mai provato. Personalmente ho sentito la mancanza soltanto di Suddenly Everything Has Changed e del sangue finto sulla camicia, ma sono dettagli secondari quando il tuo cuore sta galleggiando nel cielo pieno di palloncini e cartoncini colorati, molti metri sopra il caro vecchio Castello.
E dopo l'ultimo bis dedicato a Bush, quella che mi hanno detto essere una cover di War Pigs dei Black Sabbath, dopo che il palco dei Flaming Lips è atterrato di nuovo sul pianeta Terra, la sensazione che rimane assomiglia a una consegna, l'incarico di custodire a lungo per queste strade il sorriso di un luogo dove avresti voluto restare ancora per molto tempo.
(photo courtesy of EhiUomo!, altre parole e link chez Ink)
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