La classifica dei dischi del 2006 di polaroid
10) I'm From Barcelona - Let Me Introduce My Friends (Dolores/EMI)
Mi sarebbe impossibile tentare un diario degli ultimi dodici mesi (unica ragione per queste liste di stagione) senza ricordare gli I'm From Barcelona. Certi momenti irripetibili hanno suonato il loro chiassoso inno We're From Barcelona, forse non troppo raffinato, ma perfetto per vederci battere le mani e ridere tutti assieme. Il resto dell'album assolve con simpatia il non semplice compito di tenere alto l'umore della festa (Treehouse, Rec & Play). Ma nel piccolo teatro di legno del Popadelica Festival, a casa loro, io avevo gli occhi lucidi.
>>> (mp3) We're From Barcelona
>>> bonus track: una sentimentale intervista
9) Strip Squad, The Adventures Of Strip Squad (autoprodotto)
«Gli Strip Squad sono il gruppo più licenzioso (non ho detto sconcio) e al tempo stesso più capace di adolescenziale malinconia che si possa immaginare...»
>>> (mp3) Unreliable Narrator
8) Love Is All - Nine Times That Same Song (What's Your Rupture)
Il quintetto di Göteborg si descrive così: "Sounds Like: Confusion. Influences: Misunderstandings". Geniale. Rock mescolato a new wave dal taglio sporchissimo (al mixer c'è la mano di Woody Taylor dei Comet Gain), e un sax che scombina tutto. Un disco senza molti paragoni, che non compie un solo passo falso e non diminuisce mai di intensità.
>>> (mp3) Busy Doing Nothing
7) Belle And Sebastian - The Life Pursuit (Rough Trade)
All'epoca della sua uscita, non molti apprezzarono il nuovo lavoro di Murdoch e soci, lamentando che la band di Glasgow aveva smarrito la bussola. Io, in effetti, dentro The Life Pursuit mi ci sono perso. Un attimo fa stavo ballando We Are The Sleepyheads e all'improvviso ecco che "the beauty of the moment is the beauty sadly lost". Dannazione, ancora.
>>> (mp3) We Are The Sleepyheads
6) Tender Forever - The Soft and The Hardcore (K Records)
«...questo disco ha richiamato alla mente di chi ne ha scritto Bright Eyes, Patrick Wolf, Annie, i Postal Service e la sua labelmate Blow. Più di tutto, però, trovo che The Soft And The Hardcore, con le sue canzoni che fanno salire il caldo alle guance, suoni come una compiuta e totale dichiarazione d'amore...»
>>> (mp3) Take It Off
>>> (mp3) Tender Forever live a polaroid
>>> bonus track: The Magic Of Crashing Stars
5) The Long Blondes - Someone To Drive You Home (Rough Trade)
L'album dell'Epoca della Precarietà. Non ho ancora fatto in tempo a scriverne sul blog, ma sono convinto che l'album d'esordio del quintetto britannico sia una delle più importanti cose uscite in campo Pop in questa annata. Per quello che dice e per come lo dice. Per lo Stile. Per il modo in cui racconta la cultura che lo ha generato. "So never, never, never try to tell me it's a pleasure being alone / All I have here with me are the records and the books that I own".
>>> (mp3) Once and Never Again
4) Envelopes - Demon (Brille)
Un esordio folgorante: una somma di Pixies, Pavement (che non avevano mai ascoltato prima!), Violent Femmes ed elettronica lo-fi usata in maniera contundente e al tempo stesso giocosa. E quelle due voci sgraziate fino in fondo che non possono non far sorridere e invitare al coro, o almeno a schiantare sedie contro i muri.
>>> (mp3) Glue
3) Human Television - Look At Who You Are Talking To (Gigantic Music)
Un disco di pop classico e al tempo stesso minimale, statico e a tratti vorticoso, sospeso tra primi REM, Wedding Present e quel mare di dimenticate band degli Anni Ottanta. Billy Downing, cantante e chitarrista della band di Philadelphia, una volta ha detto che queste canzoni "are kind of like found objects". E vanno benissimo per quando ti senti così anche tu.
>>> (mp3) Tonight's The Night
2) Pants Yell! - Recent Drama (Asaurus Records)
"When you're lonely, lying in bed and you're thinking about your work day and the bills you've left unpaid. The food ran out, you have nothing, it's so dreadful, but you once had me as your boy"... Un disco così emblematico che potresti farlo ascoltare a un marziano per spiegare cos'era l'indiepop sul pianeta Terra. Arpeggi di chitarra che si rincorrono e io li seguirei ovunque, ben consapevole che i Pants Yell! sono un residuo della storia della musica, e che io resto aggrappato ai loro tortuosi testi perché ne ho disperato bisogno: "We've got history longer than the road we walked upon. We've got plans to make. I won't take out those old songs. There's dust collecting on your notebook pile. I'm sure it's my fault, we haven't talked in a while".
>>> (mp3) Your Feelings Don't Show
1) Hemstad - s/t (Catbird Records)
Gli Hemstad sono l'idea di big band applicata all'indiepop che si trasforma in urgenza hard-core. Suonano un forsennato pop strumentale farcito di fiati inconsulti, tastiere analogiche a metà prezzo e rudi cori la-la-la che sembrano arrivare da una birreria in fondo alla strada. Musica per ballare fino a dimenticarsi. Il mio disco dell'anno è un disco fatto di canzoni senza più parole.
>>> (mp3) Patrik Sjöberg (versione demo)
>>> (mp3) Fyllekärring
- Premio della critica: Amycanbe (dal vivo a polaroid qui)
- Concerto dell'anno: Hemstad, 12 agosto, Emmaboda
- Premio Made in Italy: Knifeville, a pari merito con My Honey
- Menzione speciale: A Century of Covers (Belle & Sebastian Tribute), la compilation curata da Kirsten Postcard
ps: Qui c'è la puntata di polaroid alla radio di venerdì scorso, con la classifica suonata tutta in una volta.
10) I'm From Barcelona - Let Me Introduce My Friends (Dolores/EMI)
Mi sarebbe impossibile tentare un diario degli ultimi dodici mesi (unica ragione per queste liste di stagione) senza ricordare gli I'm From Barcelona. Certi momenti irripetibili hanno suonato il loro chiassoso inno We're From Barcelona, forse non troppo raffinato, ma perfetto per vederci battere le mani e ridere tutti assieme. Il resto dell'album assolve con simpatia il non semplice compito di tenere alto l'umore della festa (Treehouse, Rec & Play). Ma nel piccolo teatro di legno del Popadelica Festival, a casa loro, io avevo gli occhi lucidi.
>>> (mp3) We're From Barcelona
>>> bonus track: una sentimentale intervista
9) Strip Squad, The Adventures Of Strip Squad (autoprodotto)
«Gli Strip Squad sono il gruppo più licenzioso (non ho detto sconcio) e al tempo stesso più capace di adolescenziale malinconia che si possa immaginare...»
>>> (mp3) Unreliable Narrator
8) Love Is All - Nine Times That Same Song (What's Your Rupture)
Il quintetto di Göteborg si descrive così: "Sounds Like: Confusion. Influences: Misunderstandings". Geniale. Rock mescolato a new wave dal taglio sporchissimo (al mixer c'è la mano di Woody Taylor dei Comet Gain), e un sax che scombina tutto. Un disco senza molti paragoni, che non compie un solo passo falso e non diminuisce mai di intensità.
>>> (mp3) Busy Doing Nothing
7) Belle And Sebastian - The Life Pursuit (Rough Trade)
All'epoca della sua uscita, non molti apprezzarono il nuovo lavoro di Murdoch e soci, lamentando che la band di Glasgow aveva smarrito la bussola. Io, in effetti, dentro The Life Pursuit mi ci sono perso. Un attimo fa stavo ballando We Are The Sleepyheads e all'improvviso ecco che "the beauty of the moment is the beauty sadly lost". Dannazione, ancora.
>>> (mp3) We Are The Sleepyheads
6) Tender Forever - The Soft and The Hardcore (K Records)
«...questo disco ha richiamato alla mente di chi ne ha scritto Bright Eyes, Patrick Wolf, Annie, i Postal Service e la sua labelmate Blow. Più di tutto, però, trovo che The Soft And The Hardcore, con le sue canzoni che fanno salire il caldo alle guance, suoni come una compiuta e totale dichiarazione d'amore...»
>>> (mp3) Take It Off
>>> (mp3) Tender Forever live a polaroid
>>> bonus track: The Magic Of Crashing Stars
5) The Long Blondes - Someone To Drive You Home (Rough Trade)
L'album dell'Epoca della Precarietà. Non ho ancora fatto in tempo a scriverne sul blog, ma sono convinto che l'album d'esordio del quintetto britannico sia una delle più importanti cose uscite in campo Pop in questa annata. Per quello che dice e per come lo dice. Per lo Stile. Per il modo in cui racconta la cultura che lo ha generato. "So never, never, never try to tell me it's a pleasure being alone / All I have here with me are the records and the books that I own".
>>> (mp3) Once and Never Again
4) Envelopes - Demon (Brille)
Un esordio folgorante: una somma di Pixies, Pavement (che non avevano mai ascoltato prima!), Violent Femmes ed elettronica lo-fi usata in maniera contundente e al tempo stesso giocosa. E quelle due voci sgraziate fino in fondo che non possono non far sorridere e invitare al coro, o almeno a schiantare sedie contro i muri.
>>> (mp3) Glue
3) Human Television - Look At Who You Are Talking To (Gigantic Music)
Un disco di pop classico e al tempo stesso minimale, statico e a tratti vorticoso, sospeso tra primi REM, Wedding Present e quel mare di dimenticate band degli Anni Ottanta. Billy Downing, cantante e chitarrista della band di Philadelphia, una volta ha detto che queste canzoni "are kind of like found objects". E vanno benissimo per quando ti senti così anche tu.
>>> (mp3) Tonight's The Night
2) Pants Yell! - Recent Drama (Asaurus Records)
"When you're lonely, lying in bed and you're thinking about your work day and the bills you've left unpaid. The food ran out, you have nothing, it's so dreadful, but you once had me as your boy"... Un disco così emblematico che potresti farlo ascoltare a un marziano per spiegare cos'era l'indiepop sul pianeta Terra. Arpeggi di chitarra che si rincorrono e io li seguirei ovunque, ben consapevole che i Pants Yell! sono un residuo della storia della musica, e che io resto aggrappato ai loro tortuosi testi perché ne ho disperato bisogno: "We've got history longer than the road we walked upon. We've got plans to make. I won't take out those old songs. There's dust collecting on your notebook pile. I'm sure it's my fault, we haven't talked in a while".
>>> (mp3) Your Feelings Don't Show
1) Hemstad - s/t (Catbird Records)
Gli Hemstad sono l'idea di big band applicata all'indiepop che si trasforma in urgenza hard-core. Suonano un forsennato pop strumentale farcito di fiati inconsulti, tastiere analogiche a metà prezzo e rudi cori la-la-la che sembrano arrivare da una birreria in fondo alla strada. Musica per ballare fino a dimenticarsi. Il mio disco dell'anno è un disco fatto di canzoni senza più parole.
>>> (mp3) Patrik Sjöberg (versione demo)
>>> (mp3) Fyllekärring
- Premio della critica: Amycanbe (dal vivo a polaroid qui)
- Concerto dell'anno: Hemstad, 12 agosto, Emmaboda
- Premio Made in Italy: Knifeville, a pari merito con My Honey
- Menzione speciale: A Century of Covers (Belle & Sebastian Tribute), la compilation curata da Kirsten Postcard
ps: Qui c'è la puntata di polaroid alla radio di venerdì scorso, con la classifica suonata tutta in una volta.
Hemstad e Pants Yell sono ottimi . Grazie per avermeli fatti conoscere.
RispondiEliminaSono contento che ti piacciano :-)
RispondiEliminaNel 2007 si spera di far arrivare gli Hemstad in Italia!
I can't understand Italian, but it's clear you love Sweden as much as I do!
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