A Classic Education interview

 A Classic Education (pic by Lucio)
Sarebbe facile oggi parlare del concerto di questa sera, dell'evento "arrivano i Modest Mouse in città", del palpabile senso di attesa. Sì, sono molto curioso di ascoltare Isaac Brock e soci, dato che l'ultimo album è eccezionale, e sarò felice di poter dire, un giorno, di avere visto dal vivo, dopo Morrissey, anche Johnny Marr.
Ma in realtà la data di oggi mi sta molto a cuore per un altro motivo, un po' più sentimentale, ed è vedere di nuovo gli A Classic Education in azione. Il loro debutto è stato uno dei concerti a cui mi sono più emozionato negli ultimi anni. Una band che al secondo live assoluto apre una serata del genere, che domattina volerà già a Londra e che il mese prossimo dividerà un palco con gli Wilco, che non perde la testa e nel frattempo passerà anche per l'Ekidna.
E questo è soltanto l'inizio.
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Come e quando è nato il progetto A Classic Education? Provenite più o meno tutti da esperienze musicali già avviate: è stato un esperimento casuale, un gioco in sala prove, o c'è stato qualche altro motivo?

Luca: È stato un po' un rincorrersi, un po' un corteggiarsi, e molto parlare. Alcune cose erano chiare prima ancora di mettere mano agli strumenti. Verso novembre dell'anno scorso abbiamo iniziato nel salotto di Paul. A fine dicembre avevamo in mano un promo di tre pezzi che ci ha letteralmente sorpreso.

Jonathan: Si è definito tutto tantissimo tempo fa... Io e Paul siamo compagni di mille avventure, è l'unica persona che conosco ad avere visto la mia prima imbarazzante esibizione su un palco di Casalecchio di Reno, nel lontano 1996. Con Luca c'è stato un fitto scambio di mail, di intenti, di gusti. Ero sul Lago di Garda l’estate scorsa e già pensavo a che tipo di mail potevo scrivergli! Poi recentemente il Lago ha portato Stefano, detto Il Maesto, il salotto ha portato Giulia e poi non poteva mancare un altro grande marinaio: Federico.

Il primo nome a cui tutti hanno pensato ascoltando i demo sul vostro myspace sono stati gli Arcade Fire, e un po' forse c'entra il fatto che Jonathan abbia origini canadesi. Ma c'è qualche altro riferimento musicale che in realtà vorreste suggerire, anche tenendo conto del fatto che avete background differenti? O c'è qualche altro modo con cui vorreste descrivere la vostra musica?

Jonathan: Beh l'accostamento al mondo canadese non può che farmi piacere. In generale mi piacciono tutte le follie che vengono dalle lande fredde. Credo che col tempo quella associazione verrà in mente molto meno! Volevamo fare qualcosa di stratificato, a volte cupo, a volte pop, sicuramente romantico. E che avesse rimandi anche ai grandi classici del passato.

Luca: Il grande utilizzo di archi fatto sul promo penso abbia facilitato questa associazione, cosa che peraltro non può affatto dispiacermi, essendo Arcade Fire uno dei migliori gruppi degli ultimi 10 anni. Di solito, quando mi chiedono che musica facciamo rispondo: orchestrale, pop e "sentita".

Paul: Siamo essenzialmente tre divoratori di musica che si entusiasmano e si lasciano trasportare da dischi di ogni genere, canadesi e non. Impossibile determinare quali artisti ci stanno influenzando di più in questo momento.

Già dalla sua nascita, tutto il progetto essersi mosso "pensando poco" all'Italia e al curriculum consueto di una indie band che cresce da queste parti. In questo è stato probabilmente d'aiuto avere avuto già esperienze musicali e contatti all'estero: come è cominciato, come sta procedendo e qual è l'obiettivo questo percorso?

Jonathan: Sicuramente, un po’ di fortuna ci vuole. Devo dire che sono una persona che vive e sogna musica, sono innamorato perso delle storie del rock indipendente, e questi sogni non possono avere confini! Ormai è tutto così vicino che mi sembra sciocco non provare e riprovare a far sentire la propria musica in altri Paesi. Nel nostro caso tutto iniziato è con un giro di mail e di qualche pacchetto spedito in giro. Solo amici però, persone incontrate negli anni e che avevano già conosciuto la nostra musica. Abbiamo sperato in un minimo di passaparola e così è stato. Ci sarebbero già tante persone da ringraziare!

Una band al secondo concerto assoluto si trova a dividere il palco con i Modest Mouse e il giorno dopo vola a a Londra per suonare! Riuscite a immaginare quale potrà essere il passo successivo?

Luca: Potrà sembrare banale ma il passo successivo penso sarà tornare in salotto (ora quello di Jonathan) a comporre. Forse perché sono un romantico, o forse un po' illuso, ma scrivere buone canzoni penso sia ancora la carta vincente.

Jonathan: Lo diciamo spesso: qualcosa su vinile per partire sarebbe il massimo. Spero l'estate porti un album... e poi ancora l'Inghilterra!

Paul: suonare dal vivo è una droga, la sublimazione del comunicare qualcosa alle persone. Ma abbiamo talmente tante idee e canzoni "in salotto", che sarebbe un peccato non fermarsi ad incidere un disco quest'estate.

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>>>(mp3): A Classic Education - Stay, Son
>>>(video): Victories At Night (live)

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