Glockenspiel


Non spaventatevi! Non sono Ebi, sono Valido. Sì, quello famoso che scrive da Londra. Sono virtualmente scappato di casa e mi sono fatto ospitare qui sul divano da Polaroid. Ne approfitterò per dare il mio contributo, cercando di non sporcare. Sopportatemi.
Tipo, per accattivarmi subito il vostro favore mi sono sottoposto a una serata che più polaroidiana non potevo: al Luminaire, per un trionfo di tweeness con Club 8 + Would-Be-Goods + The School.
Ma procediamo per ordine.

The School
Vi conosco mascherine.
Vi piacciono le melodie 60s girl pop prese pari pari dal manuale di riferimento? Magari suonate imprecise da una manciata di sbarbatelle barely legal supportate dai compagni di classe? Magari con la frontman che non alza mai lo sguardo e ogni tanto le scappa da ridere a metà verso? Magari con il presidente del club di scienze che suona il glockenspiel? Magari con una seconda chitarrista che ancora fatica a mettere due barré di fila, e si auto-abbassa il volume sfiorando le corde una volta sì e quattro no? Che faranno uscire il loro primo singolo, "Valentine", il giorno di S.Valentino? Che chiudono il set con una canzone di Natale, il 10 gennaio? Che al banco hanno in vendita un demo di quattro pezzi su cd masterizzato, con tracce scritte sopra a penna, senza uno straccio di copertina, a £2?
Beh, se piacciono a me figurarsi a voi. Il loro orecchio per il genere non fa una piega.
Ho avuto occasione di fare due brevi chiacchere con la band, e il secchione mi ha rivelato che stanno per intraprendere un minitour in Svezia; io gli ho detto che fanno bene, perchè secondo me in Svezia piacciono un casino; lui mi ha detto che sì, in effetti in Svezia ci sono un sacco di band con il glockenspiel; io me ne sono andato, prima che mi facesse la top 5 dei suoi suonatori di glockenspiel preferiti dal 1910 in giù.

Would-Be-Goods
Suonano praticamente la stessa broda dei The School, giusto un po' meno Phil Spector e un po' più lounge. Il problema è che, essendosi formati nell'87, hanno esattamente il doppio degli anni se non di più. Ovvero, vista tra l'altro la loro aria piuttosto seria, la fondamentale differenza tra "cute" e "creepy".

Club 8
Che emozione, scrivere su un sito dove il lettore medio sa già che il chitarrista dei Club 8 è uno dei signori Labrador, senza tantomeno dover spiegare cos'è la Labrador.
Dopodichè è difficile concentrarsi sulla musica quando davanti si hanno due bellezze statuarie come Karolina Komsted e quella seconda chitarrista di cui non ho rintracciato il nome, praticamente una gemella ma con i capelli rossi.
Classe da vendere, i Club 8. Chi mi conosce sa che generalmente apprezzo mood ben diversi, ma davanti a certe cose ci si può solo arrendere.
Una pulizia impressionante. La capacità di creare un'atmosfera chill out impeccabile, come starsene seduti in spiaggia in autunno a guardare le onde che si increspano (mi sto facendo contagiare). Melodie che accarezzano e quasi massaggiano, la voce angelica di Karolina che non ha una sbavatura una, che nemmeno un computer programmato per essere sexy saprebbe essere così efficace.
L'ultimo disco, "The boy who couldn't stop dreaming", è appena uscito e da queste parti ha ottenuto decisamente un buon passaparola.

>>>(video): Club 8 - Whatever you want
>>>(video): Club 8 - Love in december

Come sono andato?

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