Still

Esiste un punto in cui anche la malinconia finisce per assomigliare a una profezia che si autoavvera. C'è qualcosa dentro certo pop erede dello shoegaze, in quel suo essere ostinatamente inconsolabile, che sfiora il fatalismo in maniera fastidiosa.
Come accorgersi all'improvviso di essere molto più pigri di quello che la consueta indulgenza verso sé stessi porta a concedere.
Si resta fermi, sospesi, still, senza molte parole oltre a quelle, sempre identiche e presenti, che girano in testa e fanno eco, cercando di incastrarsi e uscire una volta per tutte.

Grazie a Salvatore (bentornato!) per avermi riportato in mente questi Moscow Olympics, di cui Alistair Fitchet aveva parlato già la scorsa estate.
Sono un quintetto proveniente dalle Filippine, prendono il nome da una canzone degli Orange Juice e hanno da poco pubblicato il loro 7 pollici d'esordio per l'etichetta svedese Fraction Discs. Si intitola Still e trabocca di dolenti arpeggi di chitarra, saturi di riverberi, ad avvolgere una voce sognante. I riferimenti canonici vanno dai My Bloody Valentine ai Blueboy fino ai New Order, per finire nel grande golfo accogliente della Sarah Records.
È abbastanza ovvio che io ci sto malissimo perché sento risuonare non poco di certi primi Radio Dept., e tutto quel freddo.

>>>(mp3): Moscow Olympics - Still
>>>(mp3): Moscow Olympics - Carolyn (demo)

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