Primo! (ci riprovo)



Stavolta ho fatto un giro preventivo sia su Google che su Hype Machine e non ho trovato un tubo, per cui sono abbastanza convinto.
Siamo al Windmill di Brixton, serata Stolen Recordings.
Il primo a salire sul palco è un tizio vestito da gelataio.
Anzi no: eccolo che tira fuori una vestaglia Luigi XIV, appiccia il laptop e imbraccia un synth a tracolla, mentre al resto pensa il ciuffo spostato. È un dandy coi controfiocchi.
Si chiama Simon Break: prima era negli Icebreaker International (tra il '99 e il 2003 sotto l'etichetta di Andrew Lloyd Webber - gulp) e poi brevemente nei The Temporary Shelters (un singolo su una compilation Stolen Recordings); ora e' da solo e si fa chiamare The European.
Quello che propone è un pop elettronico minimalista dai testi ironico-malinconici: lui sta fermo, attende che le basi partano da sole e racconta le sue piccole storie, permettendosi giusto un paio di brevi assoli di synth che tradiscono la sua quasi decennale esperienza nel campo.
E le sue melodie, a metà tra un modesto Jens Lekman e dei Pet Shop Boys lo-fi, sono di quelle che catturano e si incollano subito senza pietà.

>>>(mp3): The European - Wet Dream

Poi io in realtà ero lì per gli Screaming Tea Party, ma sono stati una discreta delusione. I pezzi soft e melodici che occupano mezzo ep e che tanto mi avevano incantato, dal vivo vengono strangolati da continui assalti di rumore, pose da terroristi del rock, caos, distruzione ed esecuzioni svogliate e scollatissime. E allora di roba così ce n'è già tanta in giro, e fatta meglio. Mi dispiace, stavolta non basta essere giapponesi.

Commenti