Döda fallet
Avevo letto in giro qualche commento abbastanza insoddisfatto a proposito del nuovo album dei Vapnet (quelli di Kalla mig di qualche estate fa), e del resto gli ultimi ep non promettevano niente di buono. Pensavo che anche loro avessero seguito un certo andazzo dell'indiepop scandinavo, un po' trascurato nei mesi passati, e invece questo Döda fallet (pubblicato come sempre da Hybris) mi ha sorpreso in maniera del tutto positiva.
Si potrebbe dire che la formula della banda di Östersund non è cambiata troppo: melodie molto distese che la seriosa voce di Martin Hanberg quasi rende distanti, timbri sonori che (anche quando utilizzano qualche synth o batteria elettronica) danno ancora all'indiepop dei Vapnet un colore addirittura pastorale. Eppure tutto sembra filare più liscio, lineare e coeso, a mio parere anche rispetto all'esordio Jag vet hur man väntar. Una più aperta coralità pervade queste dieci tracce (Inga fåglar oppure Såg aldrig dig sono quasi dalle parti degli I'm From Barcelona) e anche la loro tipica trattenuta malinconia sembra questa volta meno oscura e involuta. Insomma, una bella seconda prova, che riconferma i Vapnet tra gli alfieri del pop fran Sverige.
Se poi qualcuno si facesse avanti a tradurmi qualche testo, anche solo un ritornello, avrebbe tutta la mia gratitudine.
>>>(mp3): Vapnet - Inga fåglar
>>>(bootleg): Vapnet Live @ Debaser Medis - Stockholm (2008-04-30)
Avevo letto in giro qualche commento abbastanza insoddisfatto a proposito del nuovo album dei Vapnet (quelli di Kalla mig di qualche estate fa), e del resto gli ultimi ep non promettevano niente di buono. Pensavo che anche loro avessero seguito un certo andazzo dell'indiepop scandinavo, un po' trascurato nei mesi passati, e invece questo Döda fallet (pubblicato come sempre da Hybris) mi ha sorpreso in maniera del tutto positiva.
Si potrebbe dire che la formula della banda di Östersund non è cambiata troppo: melodie molto distese che la seriosa voce di Martin Hanberg quasi rende distanti, timbri sonori che (anche quando utilizzano qualche synth o batteria elettronica) danno ancora all'indiepop dei Vapnet un colore addirittura pastorale. Eppure tutto sembra filare più liscio, lineare e coeso, a mio parere anche rispetto all'esordio Jag vet hur man väntar. Una più aperta coralità pervade queste dieci tracce (Inga fåglar oppure Såg aldrig dig sono quasi dalle parti degli I'm From Barcelona) e anche la loro tipica trattenuta malinconia sembra questa volta meno oscura e involuta. Insomma, una bella seconda prova, che riconferma i Vapnet tra gli alfieri del pop fran Sverige.
Se poi qualcuno si facesse avanti a tradurmi qualche testo, anche solo un ritornello, avrebbe tutta la mia gratitudine.
>>>(mp3): Vapnet - Inga fåglar
>>>(bootleg): Vapnet Live @ Debaser Medis - Stockholm (2008-04-30)
Commenti
Posta un commento