Feeling better
The Teenagers live in Firenze - 2008/06/18
"I know you're born in '84" recita l'inizio di Starlett Johansson, ma quando si spengono le luci e quelle poche note battono dalle casse sembra che i Teenagers si stiano rivolgendo al pubblico raccolto sotto il palco del magnifico Teatro Gambrinus di Firenze, invece che all'attrice hollywoodiana.
A dire il vero, le prime file avranno anche qualche anno di meno, facendo un po' assomigliare tutta la scena di immediati salti e strilli e abbracci eccitati al video di Homecoming. Noi ci siamo proprio in mezzo, tra compagnie di studenti Erasmus già avanti coi giri di birra gratis offerta dalla Lee e ragazzine ancora lontane dalle preoccupazioni per l'esame di maturità, e devo dire che è impressionante notare come in pochi istanti tutto riesca a trasformarsi in una festa vorticosa e incontrollabile.
Ancora più stupefacente, sulla successiva Love No, è vedere quella piccola folla partecipe urlare in coro il ritornello "I'm not in love with you / but it's ok to stay with you" con la gioia negli occhi. Come se i Teenagers, raccontando quanto di meno delicato si possa dire, avessero liberato la loro musica dal bisogno di confrontarsi con ogni aspetto sentimentale, e così facendo avessero trovato un formidabile punto di contatto con il loro pubblico.
Eppure, come aveva scritto qualche mese fa il Village Voice, nelle canzoni dei Teenagers "it's all about girlfriends, ex-girlfriends and girls they want for their next girlfriend". Sembra questa, allora, la poetica degli "Adolescenti": la via più breve tra due punti, anzi, la via più accelerata. "She asked me when / I said now". Il modo in cui ogni possibile pretesa morale cade, lasciando una storia nuda e cruda, fatta di niente se non una superficie lucida, dove l'unica cosa che conta è trovare il "perfect timing" per un "french kiss", mi incanta.
In questo senso, Make It Happen, traccia centrale dell'album Reality Check spiegava già molto: "our life is our main inspiration, [...] doesn't matter if we tell lies". Ma l'ironia che i Teenagers riescono a non far venire mai meno (vedi l'assurdo invito al marketing di Feeling Better), li salva almeno ancora per un po' dalla noia, il peccato mortale dell'adolescenza.
Dal punto di vista musicale, il trio francese dal vivo è piuttosto scarno ("stripped down" direbbero con più eleganza gli inglesi). Basso dai colori Anni Ottanta molto in evidenza, pochi accordi di chitarra ritmica e qualche tocco di synth analogico a dare profondità. Anche con l'aggiunta di due ragazze super hipster (Antonia e Rebecca) alla batteria e tastiere/chitarre, il risultato suona un po' come una specie di Ex-Otago per la generazione Vice Magazine, ma il bello è che riesce a funzionare.
Dorian è abbastanza assente, ancora intontito dal jet-lag australiano, ma Quentin Delafon è un frontman perfettamente in parte. "Skinny jeans and funky hair" come uno dei suoi personaggi, quasi non prova nemmeno a cantare, recitando da voce fuori campo le storie che tutti conoscono a memoria: quella di Nicole, quella della cheerleader, quella della commessa di GAP... Soprattutto non si nega nemmeno un istante al pubblico: sorride, saluta, risponde, balla male come una persona normale, e a un certo punto scende anche a cantare in platea, tra le ragazzine che gli buttano le braccia al collo. Che dovrebbero fare di più, i Teenagers?
Il gran finale è una strepitosa Homecoming collettiva con la consueta invasione di palco, in mezzo alla quale non si capisce più niente. Subito prima però c'era stata Street Of Paris, canzone a cui forse non avevo mai dato la giusta attenzione, e che dal vivo suona quasi meglio dei singoli più famosi. Una corsa di notte, farsi le foto per strada, salire di corsa in casa sudati e spogliarsi e tremare. "We are teenagers, we don't care" ribadisce Streets Of Paris, e anche se questa sera quasi nessuno qui intorno credo sappia che "Parigi non sarebbe mai più stata la stessa, anche se era sempre Parigi e tu cambiavi mentre cambiava lei", tutti stanno rispondendo "c'est la folie" con così tanta forza e allegria che non si può davvero fare a meno di lasciarsi trascinare e travolgere.
>>>(mp3): The Teenagers - Feeling Better (demo)
The Teenagers live in Firenze - 2008/06/18
"I know you're born in '84" recita l'inizio di Starlett Johansson, ma quando si spengono le luci e quelle poche note battono dalle casse sembra che i Teenagers si stiano rivolgendo al pubblico raccolto sotto il palco del magnifico Teatro Gambrinus di Firenze, invece che all'attrice hollywoodiana.
A dire il vero, le prime file avranno anche qualche anno di meno, facendo un po' assomigliare tutta la scena di immediati salti e strilli e abbracci eccitati al video di Homecoming. Noi ci siamo proprio in mezzo, tra compagnie di studenti Erasmus già avanti coi giri di birra gratis offerta dalla Lee e ragazzine ancora lontane dalle preoccupazioni per l'esame di maturità, e devo dire che è impressionante notare come in pochi istanti tutto riesca a trasformarsi in una festa vorticosa e incontrollabile.
Ancora più stupefacente, sulla successiva Love No, è vedere quella piccola folla partecipe urlare in coro il ritornello "I'm not in love with you / but it's ok to stay with you" con la gioia negli occhi. Come se i Teenagers, raccontando quanto di meno delicato si possa dire, avessero liberato la loro musica dal bisogno di confrontarsi con ogni aspetto sentimentale, e così facendo avessero trovato un formidabile punto di contatto con il loro pubblico.
Eppure, come aveva scritto qualche mese fa il Village Voice, nelle canzoni dei Teenagers "it's all about girlfriends, ex-girlfriends and girls they want for their next girlfriend". Sembra questa, allora, la poetica degli "Adolescenti": la via più breve tra due punti, anzi, la via più accelerata. "She asked me when / I said now". Il modo in cui ogni possibile pretesa morale cade, lasciando una storia nuda e cruda, fatta di niente se non una superficie lucida, dove l'unica cosa che conta è trovare il "perfect timing" per un "french kiss", mi incanta.
In questo senso, Make It Happen, traccia centrale dell'album Reality Check spiegava già molto: "our life is our main inspiration, [...] doesn't matter if we tell lies". Ma l'ironia che i Teenagers riescono a non far venire mai meno (vedi l'assurdo invito al marketing di Feeling Better), li salva almeno ancora per un po' dalla noia, il peccato mortale dell'adolescenza.
Dal punto di vista musicale, il trio francese dal vivo è piuttosto scarno ("stripped down" direbbero con più eleganza gli inglesi). Basso dai colori Anni Ottanta molto in evidenza, pochi accordi di chitarra ritmica e qualche tocco di synth analogico a dare profondità. Anche con l'aggiunta di due ragazze super hipster (Antonia e Rebecca) alla batteria e tastiere/chitarre, il risultato suona un po' come una specie di Ex-Otago per la generazione Vice Magazine, ma il bello è che riesce a funzionare.
Dorian è abbastanza assente, ancora intontito dal jet-lag australiano, ma Quentin Delafon è un frontman perfettamente in parte. "Skinny jeans and funky hair" come uno dei suoi personaggi, quasi non prova nemmeno a cantare, recitando da voce fuori campo le storie che tutti conoscono a memoria: quella di Nicole, quella della cheerleader, quella della commessa di GAP... Soprattutto non si nega nemmeno un istante al pubblico: sorride, saluta, risponde, balla male come una persona normale, e a un certo punto scende anche a cantare in platea, tra le ragazzine che gli buttano le braccia al collo. Che dovrebbero fare di più, i Teenagers?
Il gran finale è una strepitosa Homecoming collettiva con la consueta invasione di palco, in mezzo alla quale non si capisce più niente. Subito prima però c'era stata Street Of Paris, canzone a cui forse non avevo mai dato la giusta attenzione, e che dal vivo suona quasi meglio dei singoli più famosi. Una corsa di notte, farsi le foto per strada, salire di corsa in casa sudati e spogliarsi e tremare. "We are teenagers, we don't care" ribadisce Streets Of Paris, e anche se questa sera quasi nessuno qui intorno credo sappia che "Parigi non sarebbe mai più stata la stessa, anche se era sempre Parigi e tu cambiavi mentre cambiava lei", tutti stanno rispondendo "c'est la folie" con così tanta forza e allegria che non si può davvero fare a meno di lasciarsi trascinare e travolgere.
(Grazie a ehiuomo per le foto)
>>>(mp3): The Teenagers - Feeling Better (demo)
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