Aspettando il Pop Circus: -1
Ricordo frenetici scambi di mail e chat, un fine settimana del dicembre 2006 o del mese successivo, parecchie risate abbastanza incredule e qualche passo di danza per casa, la prima volta che mi capitò di ascoltare Hitten delle Those Dancing Days.
Dopo anni a parlare di pop svedese sui blog, dopo estati passate a distruggersi di stanchezza in giro per i festival di mezza Europa, dopo dotte discussioni sulle sovvenzioni alla cultura nei progrediti Paesi nordici, ecco arrivare la band che sembrava realizzare i sogni bagnati di intere generazioni di indie nerds: cinque minorenni di Stoccolma, con la faccia sorridente di chi ha appena preso in mano una chitarra per la prima volta in vita sua, e una manciata di canzoncine fatte apposta per la vostra festa del liceo ideale, quella dove siete tutti splendidi e alla fine riuscite anche a limonare.
Sembravano finte, con quello sfondo rosa a cuoricini bianchi e quel piglio un po' Northern Soul, ma in pochi mesi detonò il passaparola in rete, e in autunno giunse la prima uscita su V2 (Whichita per la Gran Bretagna).
Dal vivo credo mi ispireranno una simpatia tale che abolirò ogni possibile senso critico. Perfino Valido, qualche mese fa, si era mostrato insolitamente di buon cuore e si era lasciato conquistare. Del resto, che fare, se non innamorarsi, di fronte a delle diciassettenni che cantano:
Do you really think I could rely on this new person I have become?
Do you really think I give a damn now that I can do whatever I want?
Le Those Dancing Days saranno in concerto domani al Jardin Au Bord Du Lac, all'Idroscalo di Milano, in occasione del Pop Circus Festival, dove divideranno il palco con Rakes, Maccabees, Good Shoes e New Young Pony Club per il dj set finale.
Questa sera, durante l'ultima puntata di polaroid alla radio, regaleremo un biglietto per il festival. Restate sintonizzati!
>>>(mp3): Those Dancing Days - Hitten
Ricordo frenetici scambi di mail e chat, un fine settimana del dicembre 2006 o del mese successivo, parecchie risate abbastanza incredule e qualche passo di danza per casa, la prima volta che mi capitò di ascoltare Hitten delle Those Dancing Days.
Dopo anni a parlare di pop svedese sui blog, dopo estati passate a distruggersi di stanchezza in giro per i festival di mezza Europa, dopo dotte discussioni sulle sovvenzioni alla cultura nei progrediti Paesi nordici, ecco arrivare la band che sembrava realizzare i sogni bagnati di intere generazioni di indie nerds: cinque minorenni di Stoccolma, con la faccia sorridente di chi ha appena preso in mano una chitarra per la prima volta in vita sua, e una manciata di canzoncine fatte apposta per la vostra festa del liceo ideale, quella dove siete tutti splendidi e alla fine riuscite anche a limonare.
Sembravano finte, con quello sfondo rosa a cuoricini bianchi e quel piglio un po' Northern Soul, ma in pochi mesi detonò il passaparola in rete, e in autunno giunse la prima uscita su V2 (Whichita per la Gran Bretagna).
Dal vivo credo mi ispireranno una simpatia tale che abolirò ogni possibile senso critico. Perfino Valido, qualche mese fa, si era mostrato insolitamente di buon cuore e si era lasciato conquistare. Del resto, che fare, se non innamorarsi, di fronte a delle diciassettenni che cantano:
Do you really think I could rely on this new person I have become?
Do you really think I give a damn now that I can do whatever I want?
Le Those Dancing Days saranno in concerto domani al Jardin Au Bord Du Lac, all'Idroscalo di Milano, in occasione del Pop Circus Festival, dove divideranno il palco con Rakes, Maccabees, Good Shoes e New Young Pony Club per il dj set finale.
Questa sera, durante l'ultima puntata di polaroid alla radio, regaleremo un biglietto per il festival. Restate sintonizzati!
>>>(mp3): Those Dancing Days - Hitten
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