Raggi gamma sull'estate

Non ho ancora ascoltato a sufficienza Modern Guilt, il nuovo album di Beck, per essermi fatto una vera e propria opinione, ma dopo i primi giri direi che ci sono alcune cose abbastanza belle, anche un po' Beck vecchia maniera, e altre zone d'ombra e solitudine. In ogni caso, si ascolta molto meglio di Guero e "quell'altra roba lì".
Le dieci canzoni hanno un andamento dilatato, melodie sovrappensiero, spesso con un umore psichedelico, come in Chemtrails che già conoscevamo. La mano di Danger Mouse (Gnarls Barkley) che ha prodotto il disco mi pare si senta un bel po', penso soprattutto alla title track o a Replica, che tenta un complicato connubio tra lo stile di Beck e qualcosa di simile al glitch.
Ma la vera arma segreta del disco sono i raggi gamma: Gamma Ray parte come un pezzo surf, festa Sixties sulla spiaggia, e quando entra la voce è come se Beck si risvegliasse all'improvviso e avesse ancora in testa quel "taglio di capelli da diavolo". Ritmo assassino a ginocchia piegate, citazioni dai Beach Boys e coretto surreale che si appiccica addosso: "Come a little gamma ray / standing in a hurricane / your brains are bored / like a refuge from a house that's burning / and the heat wave's calling your name". Peccato solo che, come diverse canzoni in questo disco, abbia un finale davvero trasandato e tagliato male, ma Gamma Ray entra comunque in quella collezione di evergreen che Beck ha consegnato alla storia delle nostre serate in pista.

>>>(mp3): Beck - Gamma Ray

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