The Soft Pack

The Soft PackSi era vagamente parlato di loro l'autunno scorso, quando decisero di abbandonare il loro primo nome ("The Muslims") viste le continue noie. Il NY Times si domanda dove fosse il problema, dato il recente successo di gruppi chiamati Fuck Buttons, Fucked Up o Pissed Jeans.
Poi, quasi senza preavviso, a fine anno i Soft Pack si sono ritrovati nelle liste di "band da tenere d'occhio nel 2009" su testate come Observer e Paste. Niente male per dei ragazzi che non possono nemmeno pagarsi un grafico per la copertina del disco.
Provengono da San Diego e suonano semplice rock'n'roll. Alcuni li paragonano a certi Strokes, ma direi che lo stile è molto più scarno e grezzo. Anzi, i Soft Pack non ci provano nemmeno a "darsi uno stile", e hanno ben presente di essere degli sfigati.
Sul fondo alle loro canzoni resta sempre qualcosa di freddo. Anche quando il ritmo pesta e il basso incalza nevrotico, la voce di Matt Lamkin sembra dissociata (un po' alla Modern Lovers), mentre le chitarre si fermano un passo prima di dare l'affondo decisivo. Distratti, incapaci o astuti?
Chi se ne frega, si arriva alla fine del disco e c'è questo pezzo, Bright Side, e non importa nient'altro.

>>>(mp3): The Soft Pack - Bright Side
>>>(mp3): The Muslims - Grinding Halt (The Cure cover)
>>>(video): The Soft Pack - Extinction

update: in contemporanea, ne parla anche Stereogram (potevamo metterci d'accordo almeno sulla foto, eh)

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