Il violino, il banjo e gli ultimi mesi d'inverno
A sole poche settimane dall'ultima dimostrazione della mia esistenza su questo blog, cerco di ripetere il tentativo scellerato di portare la musica per adulti da queste parti. A partire dall'evidente cosiderazione che questi ultimi mesi d'inverno sembrano volermi riportare alle origini e riconciliarmi con il mio orecchio retrogrado (quello di destra), mi sembra venuto il momento di affrontare -infine- la prima prova discografica da me (e dal mio orecchio destro) tanto attesa sulla soglia di questo 2009. Incastonato tra l'esordio lungo di Dent May & His Magnificent Ukulele e le ennesime bastonate che stanno per assestarmi M. Ward e Elvis Perkins (entrambi in uscita a marzo), si trova il nuovo disco di Andrew Bird, Noble Beast.
A poco meno di due anni da quello splendido Armchair Apocrypha che avevo avuto la sfacciataggine di indicare come disco del mio 2007 (per il resto un anno di merda, oh), il cantautore di Chicago si cimenta di nuovo nelle sue ballate pizzicate-fischiettate-allitterate. Noble Beast, in patria già edito da Fat Possum e al di qua dell'oceano in arrivo con Bella Union, non ha forse la potenza del precedente, quelle aperture inaspettatamente ariose (per capirci, episodi come Scythian Empires) ma rivela un lavoro di scrittura più di fino. Meno pancia e più testa, dunque, che regalano un gruppuscolo di canzoni non certo immediate ma talmente ricche di dettagli da rivelare ad ogni ascolto una nuova delizia, inattesi rimandi, con quell'incedere lento del vero autore di canzoni. Ci muoviamo tra suoni tipicamente à la Andrew Bird (in Anonimal, tutta giocata su richiami ritmici e semantici) e sfilacciature quasi buckleyane, ma il risultato non cambia. Un disco per pochi, per quelli che ancora ascoltano la musica senza cuffie, seduti e magari pure in poltrona (niente battutte su pipe e poggiapiedi), senza fare altro che non sia inseguire le parole che tra loro si rincorrono.
Ah, conoscendo gli stomaci sensibili nascosti tra i lettori "straight edge" di questo blog, tralascerò commenti sulla data d'uscita, un giorno prima di San Valentino.
>>>(mp3): Andrew Bird - Fitz and Dizzyspells
(nelle immagini: a sinistra, la copertina per l'edizione speciale di Noble Beast, disegnata da Diana Sudyka, e a destra quella ufficiale)
A sole poche settimane dall'ultima dimostrazione della mia esistenza su questo blog, cerco di ripetere il tentativo scellerato di portare la musica per adulti da queste parti. A partire dall'evidente cosiderazione che questi ultimi mesi d'inverno sembrano volermi riportare alle origini e riconciliarmi con il mio orecchio retrogrado (quello di destra), mi sembra venuto il momento di affrontare -infine- la prima prova discografica da me (e dal mio orecchio destro) tanto attesa sulla soglia di questo 2009. Incastonato tra l'esordio lungo di Dent May & His Magnificent Ukulele e le ennesime bastonate che stanno per assestarmi M. Ward e Elvis Perkins (entrambi in uscita a marzo), si trova il nuovo disco di Andrew Bird, Noble Beast.
A poco meno di due anni da quello splendido Armchair Apocrypha che avevo avuto la sfacciataggine di indicare come disco del mio 2007 (per il resto un anno di merda, oh), il cantautore di Chicago si cimenta di nuovo nelle sue ballate pizzicate-fischiettate-allitterate. Noble Beast, in patria già edito da Fat Possum e al di qua dell'oceano in arrivo con Bella Union, non ha forse la potenza del precedente, quelle aperture inaspettatamente ariose (per capirci, episodi come Scythian Empires) ma rivela un lavoro di scrittura più di fino. Meno pancia e più testa, dunque, che regalano un gruppuscolo di canzoni non certo immediate ma talmente ricche di dettagli da rivelare ad ogni ascolto una nuova delizia, inattesi rimandi, con quell'incedere lento del vero autore di canzoni. Ci muoviamo tra suoni tipicamente à la Andrew Bird (in Anonimal, tutta giocata su richiami ritmici e semantici) e sfilacciature quasi buckleyane, ma il risultato non cambia. Un disco per pochi, per quelli che ancora ascoltano la musica senza cuffie, seduti e magari pure in poltrona (niente battutte su pipe e poggiapiedi), senza fare altro che non sia inseguire le parole che tra loro si rincorrono.
Ah, conoscendo gli stomaci sensibili nascosti tra i lettori "straight edge" di questo blog, tralascerò commenti sulla data d'uscita, un giorno prima di San Valentino.
>>>(mp3): Andrew Bird - Fitz and Dizzyspells
(nelle immagini: a sinistra, la copertina per l'edizione speciale di Noble Beast, disegnata da Diana Sudyka, e a destra quella ufficiale)
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